giovedì 20 novembre 2014

16.11.2014 - 8a Maratonina di Crema

"Non c'ero e se c'ero, non ho visto niente". Io invece c'ero e ho visto abbastanza per finire qui la mia stagione 2014 e programmare quella 2015.




Un anno fa avevo concluso Cremona con la ferma intenzione di attaccare a Busto il limite dei 90'; la mia forma calante e qualche acciacco mi avevano dissuaso, preservandomi da deleteri infortuni. In qualche modo mi ero tenuto in allenamento, fungendo da pacemaker per l'amica Veronica e la sua prima mezza, all'Alpin Cup di Sesto S.G. Quest'anno (dopo l'1h37' di un mese fa) non sono stato così saggio, e anzichè tapasciare con calma e tranquillità, mi sono incolonnato verso Crema al fine di ritrovare lo smalto perduto.

Alla conta dei partecipanti, i Bocia e I Banditi si sono presentati numerosi, con ampia partecipazione di supporter e paramedici: per un totale di 4 macchine in partenza da Verano e dintorni. Ad invogliare la folta pattuglia il percorso piatto (simile a Treviglio), il meteo clemente e la temperatura non troppo alta; con queste previsioni non era azzardato prevedere un miglioramento del mio PB post Mo-Res, ma la settimana precedente avrebbe dovuto ispirare prudenza. 

Le esondazioni, locali e non, hanno limitati gli allenamenti, mentre il giovedì sera il toboga della Costaiola con i Bocia ha lasciato qualche ripercussione sulle mie giunture.
Alla fine, la gita in riva al fiume Serio ha consentito di ammirare un quadro d'altri tempi: tante terre allagate grazie a Lambro, Muzza e Adda. Arriviamo nel disastrato parcheggio della stazione di Crema, e, dopo le necessarie operazioni preliminari, ci scaldiamo sul percorso, in attesa della partenza, fissata alle 9.15! La temperatura effettivamente è buona, ma il percorso, così scopriamo dalle prime chiacchierate, presenta 4 cavalcavia (3 di cui 1 da fare 2 volte).

Pronti, partenza, via: il Mongullo e il Vigarazz scappano come in una 10k, mentre io focalizzo la pacer dei 95' come obiettivo di giornata; le curve per uscire dalla città si susseguono e così la folla in movimento, che impedisce sprint, costringendomi a uno snervante slalom. A differenza di Cremona, ho un valido aiuto nel cronometro, anche l'aggravio segnalato nei primi 500 metri non è di buon auspicio.

Successivamente riesco a tenere un ritmo accettabile, di poco inferiore ai 4'30"/km, superando il Mongullo e poco dopo i pacer dei 100': purtroppo la collega dei 95' rimane avanti a me di un buon 200 metri, costringendomi ad una rincorsa decisamente improba per le mie condizioni. 

Ai 10k transito in pco più di 45': il crono di per sè sarebbe buono (visto il mio transito a CR in 45'13") ma le mie gambe paiono perdere lucidità, probabilmente per l'acido lattico accumulato giovedì. Passo poco oltre il 14° km (con relativo ristoro) e devo iniziare a rallentare, nell'aperta campagna cremasca: un esperto podista dell'Avis Treviglio davanti a me sembra accusare il problema, rallentando l'andatura. Per un paio di volte sono costretto a scartare di lato e a corricchiare, vedendomi superare da svariati concorrenti.

A circa 2 km dall'arrivo finisco per essere superato pure dai pacer dei 100 minuti e da Mongullo che rimane attaccato a loro, nonostante la faticaccia di Busto di soli 8 giorni prima: riesco a infilarmi in scia, giusto per  qualche centinaio di metri, con l'obiettivo di terminare poi in totale surplace nel centro di Crema. 

Purtroppo l'ultimo km (segnalato dal cartello dei 20) non sembra arrivare mai, tanto che il GPS mi regala 350 metri in più: mentre supero l'attempato collega trevigliese, ho pure il tempo per sentire le provocazioni di un minus habens locale (a cui rispondo con un "to agne" molto furlano :) ) che si diletta a insultare i podisti ormai esausti. Finisco in crescendo strappando un 1h39'13" RT, proprio dietro agli allegri pacer.

La classifica generale mi vede 621° su 1360 podisti, ritirati esclusi. Non malissimo, per come si era messa, in stile Colico 2014. Negli spogliatoi si sentono commenti molto coloriti... a proposito delle docce ghiacciate. Peccato, perchè la genuina atmosfera e la maglia di cotone sintetico potevano essere sufficienti a tornare, mentre con oggi rimane un grande punto interrogativo su Crema 2015.

Da oggi lunedì 24 ricomincia la preparazione, in vista dei traguardi del 2015. Questa settimana, in attesa del 10k di Peschiera Borromeo, sarà di scarico moderato impegno.

Tracciato GPS
Classifica 8a Maratonina di Crema

martedì 21 ottobre 2014

19.10.2014 - XIII Maratonina di Cremona


Cremona, città delle 3 T, città di liutai, calciatori e attori... Cremona, città della maratonina di metà ottobre :)




Se le gambe non vogliono andare, non vanno: dovrei sempre tenerlo a mente, ma ci ha pensato il mio corpo a ricordarmelo già a Monza e a Udine. Se poi penso che 12 mesi fa, in ottime condizioni di forma, limavo il mio personale, togliendo 1 minuto e mezzo al già pesante PB di Monza, sicuramente il morale non raggiunge vette inaspettate.

La settimana è filata via liscia, con il Bocia-giovedì a Verano. Invece sabato anticipo tutto e tutti, arrivando a Cremona (anzi, Ziano Piacentino), dove tra una gita in città e il ritiro del pettorale, trovo un clima non molto autunnale, con temperatura decisamente sopra la media stagionale. Vado a dormire (non prima di essermi dimenticato a casa il fido GPS!) e al risveglio, alle 7.30, tocco la scighera in maniche corte, con 15°C. Al punto di partenza (h. 9.00) i gradi sono 19° e l'umidità palpabile.

Nel solito marasma pre-gara, riesco a incrociare gli amici di Running Forum e dell'AVIS Seregno, ma di un eventuale orologio sostitutivo nessuna traccia, nonostante gli appelli in Rete. Pronti Partenza Via!

Lo spunto iniziale è buono, e la gamba gira intorno ai 4'30"/km, nonostante il solito affollamento iniziale a rallentare pesantemente l'andatura. Nelle gambe sento ancora il giro di giovedì, in cui ho tirato i colleghi Bocia ad un'andatura non proprio rilassante.

Al 5° km, riesco a tirare le somme, carpendo il parziale nell'umidità che pare proprio non mollare. Incrocio un paio di ragazzi della Santi di Nuova Olonio, con cui scambio quattro chiacchiere sul meteo in Val di Giust, poi vengo raggiunto da Jennifer, che deve stare sul medio e quindi mi semina.
Al 10° km sono intorno ai 46' (tempo assoluto, quindi 45" secondi sopra il mio RT), ma subito dopo l'amara sorpresa: J è a lato della strada per un pit stop non previsto; tempo di recuperare e le suggerisco di chiudere i 15, per poi aspettarmi e chiudere insieme la mezza.
Al 12° km J è definitivamente ko: solo dopo saprò che si è fermata ed ha chiuso con un'amica molto più tardi.

Al 15° km mi sento ancora bene: la Lisunada di due settimane fa mi ha confortato, al netto di fatiche successive. Al 16° inquadro un atleta vestito da fatina: decisamente una fatica improba, ma che ha fatto sorridere parecchie persone, nella gara e sul percorso.
Al 18° km sono sull'1h23' , con il cronometrista a controllare l'andamento dei concorrenti: il passo è di 4'36" km, se reggo sino alla fine, posso scendere agevolmente sotto l'1h37'. Mentalmente reggo bene, anche se le gambe mi paiono dure; il ciotolato e il pavè amplificano la fatica e i rumori, tra vigili angeli custodi e auomobilisti impazienti: l'ultimo km lo percorro quasi in trance, salendo leggeremente verso la Piazza del Duomo e tagliando il traguardo con soddisfazione.

Riesco a trovare subito Elisa, mentre il deposito borse è un girone dantesco; solo più tardi vengo a sapere del crono finale di 1h37' netto, che rimane poca cosa rispetto all'anno scorso ma che, in relazione alle ultime due disastrose mezze, pare un buon passo in avanti. Un altro mattoncino verso il 2015.

lunedì 6 ottobre 2014

04.10.2014 - La Lisùnada

Perplessità, tanta. Questa la mia prima reazione dopo essere giunto al traguardo, tagliato con uno spento 44'34". D'altronde, se una settimana fa (reduce da una donazione di sangue) avevo una scusante per aver chiuso in 44'45" la corrugata CorriCesano, qui i dubbi stanno a mille. Forse i 70 km caricati in settimana, con un paio di bigiornalieri, hanno preteso il loro dazio, ma se l'obiettivo è la Mezza di Cremona del 19 p.v., allora tutto questo assume una nuova luce.

Ma andiamo con ordine: iscrizione nel pomeriggio (si corre vicino a casa mia) presso il CIM di Lissone. La gara viene organizzata dagli oratori lissonesi, che sul percorso sono snodi essenziali e, poichè i 10 km si sviluppano su giro unico, ogni anno si registra un buon afflusso di podisti, dilettanti ed agonisti. Unica nota dolente la partenza in comune con quelli della 5km, mentre le famiglie partono successivamente per il minigiro da 2 km, ricongiungendosi solo nell'ultimo tratto vicino al traguardo

Come già detto, quest'anno è il CIM ad ospitare la manifestazione, con l'esperta supervisione del corridore Ale Galbiati: il tracciato segue la falsariga degli altri anni, conservando una discreta velocità di percorrenza. I Bocia presenziano in massa: Raniero, Claudio G, Brambilla+Fumagalli e Ambros, oltre al sottoscritto. Pronti, partenza... via! Primi 500 metri affollatissimi, come da rito, poi dopo oltre un km mi accorgo che il GPS non è partito... argh! Nel frattempo Raniero mi ha staccato, anche se fino al 5° km lo vedo. Passo sicuro i vari incroci, con i volontari (Protezione Civile e Vigili del Fuoco) che presenziano, consentendo il celere transito di autoveicoli tra un gruppo e l'altro.
Il giro è molto veloce e colora prima le vie centrali di Lissone, per poi staccarsi in direzione dell'Ospedale e della Casa di Riposo: le strade (a me conosciute ma riviste in configurazione serale) sono una lieta sorpresa, vista anche la gradevole temperatura che consente una corsa sciolta e il non poco pubblico che ci incita tra locali e capannelli..

Da par mio, il nuovo stile di corsa (più leggera, come ha notato Ambros durante il Bocialab settimanale) mi impone la massima attenzione: mi mantengo ad un buon ritmo senza forzature, tenendo intorno ai 4'15"-4'20". Purtroppo intuisco come il traffico iniziale mi abbia appesantito di almeno un minuto, ma a circa 2.5 km di gara inizio la rimonta: prima supero il sempiterno Angelo Ripamonti, poi guadagno metri sul dinamico duo davanti a me; all'inizio penso siano padre e figlio, ma ben presto mi accorgo che il ragazzino (11 anni) ne ha parecchio in più dell'adulto, tanto che quando li metto in coda definitivamente (km 4.5-5) per un un paio di km sento solo i (pesanti) passi del più giovane. Al 7° km (il rettilineo di Via Canova, al confine con Biassono) faccio in tempo a superare l'ultimo raggiungibile e qui mi meno via un po'. Già, perchè arrivato lì in 31' e spiccioli, avrei potuto e dovuto portarmi a 4'/km per tentare il tutto per tutto e limare un buon minuto al crono finale. Invece ho continuato al ritmo di 4'20"/km, salvo poi accelerare a 4'08" chiudendo gli ultimi 500 metri in 1'57" (media di 3'55"). Non malissimo, tenendo conto poi del ritorno a casa di corsa lenta (2.70 km) e del giro domenicale a 4'50"/km di media (13.74 km).

Indubbiamente la base c'è, anche se i guasti della Mo-Res stentano a scomparire definitivamente. Restate sintonizzati!

domenica 28 settembre 2014

Doping: liscio, gassato o di Stato?

Quando il 6 agosto 2012 venne annunciata urbi et orbi la positività di Alex Schwazer, non pochi pensarono che fosse un caso isolato: a distanza di due anni, e dopo un certosino lavoro da parte della Procura della Repubblica di Bolzano, si è scoperto come non solo ci fosse una copertura a livello federale, ma anche che molti atleti svicolassero dai controlli anti doping. Decisamente peggiore risultava la risposta della FIDAL, che, a fronte delle reiterate irreperibilità, richiamava gli atleti renitenti con una banalissima lettera.

Della vicenda si è occupato il buon Claudio Gatti, giornalista del Sole 24 Ore, sul suo blog Gradozero, a cui rimando per una completa ed esaustiva analisi della vicenda Schwazer, con tutti gli annessi e connessi. In queste righe, vista la mole della materia, mi accontento di sottolineare alcuni aspetti, a mio avviso decisamente interessanti ma (ahimè) poco conosciuti al grande pubblico, lasciando sul sentiero qualche riflessione sparsa.

Uno dei pionieri nello studio e nella lotta del doping è sicuramente il tecnico e dirigente FIDAL Sandro Donati, che, nell'ormai lontano 1989, scrisse "Campioni Senza Valore"; nel libro, oggi purtroppo introvabile, l'autore prediceva che, in assenza di opportuni controlli, il doping sarebbe esploso non solo nel professionismo, ma anche nel mondo dei dilettanti, con ovvie ricadute socio-sanitarie. Ricadute? Certo, visto che la storia del doping non è costellata di soli successi, ma pure di morti sospette o ritiri prematuri (nel libro si fanno nomi e cognomi). E la Federazione? All'interno pochi vigilavano, molti minimizzavano, altri ancora spingevano (più o meno segretamente) per l'ingresso delle farmacie nei campi d'allenamento.

Nel 1998 un'espressione simile ("dobbiamo fare uscire le farmacie dai campi di calcio") venne utilizzata dal tecnico boemo Zdenek Zeman, che alla vigilia del campionato di serie A, opinò su alcune sospette "esplosioni muscolari" di giocatori tendenzialmente magri (Vialli e Del Piero) focalizzando le proprie dichiarazioni sulla Juventus (anche se in altre interviste non negò tali pratiche in altri società). Non si trattava di semplici voci di corridoio, ma solo a Torino il procuratore Raffaele Guariniello istruì un'inchiesta, conclusa con un patteggiamento (il dottor Giovanni Rossano, titolare della farmacia fornitrice della Juve) e un rinvio a giudizio (il dottor Riccardo Agricola, capo dello staff medico bianconero). Successivamente quest'ultimo si salvò in Cassazione, con l'annullamento delle assoluzioni via Appello e la contemporanea prescrizione dei reati per i capi d'imputazione. 

La lezione dell'affare Juve - Doping, al di là degli aspetti processuali (scomposte esultanze incluse), è che le pratiche mediche utilizzate a Torino erano la quintessenza del doping: usare su soggetti sani farmaci originariamente concepiti per la cura di patologie non è solo pericoloso, ma va a falsare le prestazioni degli atleti coinvolti, oltre a metterne in serio pericolo la salute. Basta pensare all'EPO (eritropoietina), che aumentando la densità del sangue (ematocrito), rischia di creare scompensi nei soggetti assuntori (segnatamente a carico del sistema cardio-circolatorio), 

A margine una nota personale: risulta strano che il dottor Agricola, illustre sconosciuto nel panorama accademico, sapesse cosa utilizzare e in che dosi: nella Medicina dello Sport (specialità in cui il medico bianconero è titolato) esistono protocolli derivanti da sperimentazioni, non bastando i semplici bugiardini. Non è azzardato ipotizzare la supervisione di qualche luminare, avvolto dalla morbida cappa dell'omertà. Non che la Juve sia o sia stata l'unica, anzi...

Tornando a Schwazer e all'omertosa cortina con cui è stato protetto dalla FIDAL, le sue lacrime in diretta TV mi hanno ricordato Marco Pantani, forse per le solite connessioni del dormiveglia o per le suggestioni dell'amico Bertazzi. E' notizia recente la riapertura dell'inchiesta sulla morte del ciclista romagnolo e gli elementi raccolti dalla Procura di Rimini fanno sospettare la chiusura forzata della prima azione penale.
La riapertura pare quindi dovuta, viste le numerosi voci dissonanti raccoltesi negli anni e soprattutto, vista l'ipotesi di reato (omicidio mediante somministrazione forzata di cocaina) che apre scenari inquietanti. Già, ma come si collegano le due vicende? Forse Pantani era diventato scomodo, soprattutto nel mondo delle due ruote, ove le apparenze ingannano (per usare un eufemismo). La notoria vicenda Armstrong ha insegnato parecchio in materia, con complicità ai massimi livelli: forse le lacrime e le parole di Schwazer sono da intendersi come a dire "ho fatto tutto io", "non indagate oltre, altrimenti mi fanno fare la fine di Pantani".
Venendo alla morale, gli utili del doping sono privatizzati (record, sponsorizzazioni, fama) mentre i costi sociali (vedasi terapia per alcune patologie indotte) ricadono sulla collettività: non solo per gli atleti di vertice, ma anche per quei tapascioni che in cambio di 5 minuti sul proprio personale si ingozzano di schifezze. Anche questa è una profezia di Donati.

domenica 7 settembre 2014

L'estate dei lumaconi

E' finita, finalmente. Non l'estate canonica, ma quella tipicamente brianzola basata sul calendario autodromico, vero cuore pulsante munsciasco. La stagione inizia  con le Superbike (prima settimana di maggio) e termina  con le Formula 1 (prima/seconda settimana di settembre), che preludono al rientro a scuola. 

Quest'anno l'assenza delle SBK ha interrotto la magia e di bel tempo se n'è visto poco: non è stato un semplice ritardo, quanto un segno funesto del meteo a venire. Dieci soli giorni di caldo (a giugno) sembravano preludere a abbronzature epocali, ma la troppa pioggia ha monopolizzato il cielo per settimane intere, lasciando nel buio più totale intere dinastie di meteorologi. 

In compenso una nuova specie ha preso possesso delle strade e dei sentieri, dalla pianura alle alpi: i lumaconi; non quei soggetti, spesso imbarazzanti, che giocano a fare i playboy, quanto gli originali gasteropodi striscianti per terra: quest'anno ce n'è stata un'abbondanza mai vista, segno di umidità a livelli stellari. A peggiorare la situazione, la loro non commestibilità, in quanto privi di guscio.

Tuttavia, di un agosto piovoso come non mai, rimangono i ricordi delle poche gite in Val di Giust: Elisa ha divorato sentieri e chilometri, riposandosi con i consueti eccezionali panorami; peccato per l'acqua presa, con soli 4 giorni (su 16) di bel tempo.

In compenso, mentre scrivo dalla Sala Stampa dell'Autodromo, mi sovvengono nuovi interrogativi: il simbolo della Paramount richiama più il Cervino o il Monviso? Qual è il fine della tariffa bioraria (per l'energia elettrica)? Montezemolo verrà defenestrato dal prossimo cda della Ferrari? C'è tempo per rispondere...

giovedì 3 luglio 2014

21.06.2014 - Monza - Resegone

Mi lu fada (Maglietta Monza - Resegone 2011)
Mi lu fada... anca mo' (Capanna Monza, 22 giugno 2014)



Si dice che non possa esistere una follia a due: per la Monza - Resegone non vale questa regola, visto che la follia deve esssere condivisa da tre pazzi podisti.
Così, alla sede dei Bocia, in una serata di sei mesi fa io, Clod (Claudio Galli) e VJ (Giovanni Mallia) ci siamo messi in testa di affrontare la MoRes, speranzosi di concludere la temibile gara nel segno del nostro anno di nascita (1976) coronato dalle biancoverdi tinte sociali.

Preamboli cabalistici a parte, la preparazione è proseguita in maniera sfasata, fino all'infortunio di VJ nella ResegUp, che ci ha fatto temere la defezione con conseguente ritiro dell'intera terna. Tuttavia, grazie alla rete di conoscenze di Clod, è stata approntata una sostituzione volante con il reclutamento dell'esperto Osvaldo "Ozzy" Bonacina, dei Daini di Carate Brianza, svariate MoRes nelle gambe.

21.06.2014 h. 20.00 Piazza Roma (Arengario) a Monza: c'è il mondo, mentre io sono con Elisa, accorsa dalla gelida Udine per sincerarsi sulle mie condizioni psicofisiche dopo la temibile 10K tenutasi per le vie del centro, il lungo nelle campagne furlane di 15 giorni fa e tanta tanta attesa. Per abbassare la tensione, il nostro trio si imbarca in un rapido giro di riscaldamento nelle strade circostanti, dribblando la movida munsciasca, e incontrando tanti compagni d'avventura, nuovi e vecchi amici. Un anno fa l'adrenalina mi teneva sospeso tra il sogno e la Capanna Monza, oggi invece posso riguardare indietro... e avanti con una certa serenità.

Tra chiacchiere e preparativi per la partenza, ci sistemiamo nella coda che porta verso il palco: scambiamo qualche aneddoto con i nostri vicini, tenendo presente che in questa gara l'unico rivale sarà il tempo. Arriva il nostro turno e vediamo le due ali di folla sotto il palco... pronti, via, anche nel nome di VJ, che qui viene chiamato suscitandoci un sorriso! Partiamo tranquilli, subito dopo il primo km, in cui diamo il cinque a diversi bimbi, più o meno cresciuti, e ci attestiamo sui 5-5'05"/km, ritmo peraltro morbido. All'altezza del cancello del parco (Villasanta) ci supera la terna favorita, targata Maxi Sport, che viaggia ad un ritmo impressionante. Noi, da par nostro rimaniamo ordinati, determinati a chiudere i 30 chilometri sino a Calolzio di buona lena, senza tuttavia strafare.

Personalmente la distanza non mi spaventa, lo farà sicuramente il passo dei miei compagni, che vedo molto pimpanti. E così è: dai primi chilometri il ritmo si fa incessante, mentre scorre il panorama, umano e non, della vecchia SS36: Arcore, Usmate, Carnate, Lomagna, con lunghi tratti nel buio, confortati solo dalla presenza costante di Ambros (Luca Santambrogio), nostro angelo custode a due ruote (fanaleria inclusa).

Arriviamo alla maxi rotonda di Osnago, inerpicandoci nel paese in festa per la locale sagra: facciamo in tempo a ricevere l'incitamento del folto pubblico, prima di rituffarci nella calda serata brianzola, tagliando per Cernusco Lombardone; Montevecchia sembra ad un passo, mentre entriamo in Merate e ci prepariamo per la collina che ci traghetterà nella valle dell'Adda.

Salita e discesa tutte d'un fiato, iniziamo a vedere l'altra sponda del fiume, rischiarata da una pallida luna: siamo a Calco, ormai è fatta, ci diciamo. Io inizio a soffrire per gli ischiocrurali, ma tengo botta pur di stare al passo dei miei compagni. I quali, notata la mia situazione, mi fanno tenere il passo della compagnia. E' un lenitivo che mi garantisce ulteriori chilometri di autonomia, anche se a questo punto è chiaro come la mia preparazione sia stata deficitaria.

Arriviamo ad Airuno e inaspettati giungono i miei genitori a tifare: prima in macchina e poi a Olginate. Nel mentre noi siamo nella "Terra di Nessuno" (cit. Ambros), coperti dal buio e dalle rare luci, in attesa della svolta verso il ponte sull'Adda: la mia situazione sta rapidamente peggiorando, incrocio con difficoltà pure i ristori, anche se mi tengo in moto per evitare crampi. E' la volta dell'attraversamento, sulla diga di Olginate: arrivati a Calolzio, il giro è cambiato per lavori sull'argine, ma il sottopasso è sempre lì a scandire temibilmente l'inizio dell'inesorabile salita. Questa volta la sorpresa è data dal terzetto dell'ATB, Capitan Mariani in testa: Cecilia è a terra distesa, ma il Presidente trova la forza di chiedermi di portare giù lo zaino ("numero 46!").

Iniziano i terribili gradini e le mie gambe decidono di abbandonarmi, quantomeno parzialmente: cammino e corricchio, con l'ausilio della pila frontale, ma la strada per Erve pare il pellegrinaggio per Santiago de Compostela, tra terne che si fermano e tentativi più o meno estemporanei di ripartire: l'anno scorso qui avvenne il sorpasso da parte dei Bocia A, con Max in completo deficit; oggi sono io l'anello debole della catena, ma quantomeno la testa è lucida e le gambe rispondono, in attesa di Pra di Rat, dove potrò sfoderare le doti da alpinista di pianura :)

I personaggi incrociati sulla strada in bilico sopra l'Orrido valgono decisamente la pena, ma i Bocia A tirano dritti verso il cancelletto, giusto per incrociare i nostri tifosi scatenati Alberto Casati e consorte, che invito a moderare il consumo di alcool, suscitando una risata nel gruppo. Arriviamo al traguardo intermedio, ristoro volante (in 3h31'20") e via verso la casa dell'Ambros, dove avviene il cambio di scarpe e indumenti, lanciandoci alla volta di Pra di Rat.

Il nostro angelo custode ci segue fino all'imbocco del sentiero, dandoci appuntamento alla mattina, o meglio, a qualche ora di distanza, prima del ritorno verso la pianura: Clod e Ozzy volano, mentre io arranco, tentando di non perdere le loro tracce. Fortunatamente le mie gambe reggono e in diversi tratti riusciamo a tagliare la folta comitiva che sale, tra crisi altrui ("dai che ormai ci sei") e ingombri a due gambe che non si spostano manco a pagare.
Attacchiamo tutto e tutti, fino a pochi minuti dalla Capanna Monza, quando vengo bloccato da una sventurata podista, che nonostante i richiami della sua capoterna, non mi consente il passaggio. Alla fine, riesco a superarla, solo per trovare (sento già il rumore del generatore) i miei soci ad aspettarmi da 5' e oltre. A nulla valgono le mie scuse, ma l'importante è il traguardo finale, tagliato in 4h48'38" (parziale da Erve in 1h17'19") per la 91a piazza.

Rimaniamo alla Capanna per un'oretta, giusto il tempo di cambiarci, mangiare qualcosina e caricarci gli zaini, incamminandoci poi verso Erve dal sentiero di San Carlo: la fatica è tanta, raddoppiata nel mio caso dallo zaino della terna #46. Secondo alcune stime saranno 40 kg, tanto che Clod mi dà del matto a doverlo portare giù: la mia schiena sarà costretta a dargli ragione.



Nel frattempo Erve ci aspetta, tra le luci della frontale che si spengono e l'alba che sorge: il caffè del Fontanino ci dà nuova linfa, e nel paesino arroccato sopra la Galavesa, si sprecano i commenti con gli altri Bocia, giunti in Capanna a 17' (e quasi 30 posizioni) di distacco. In attesa di un altro arrivo, tra un anno e tante nuove sfide...

Tracciato GPS
Classifica Monza - Resegone 2014

mercoledì 18 giugno 2014

Monza - Resegone: Impressioni prima della partenza

Proprio tu, ma non dovevamo vederci più?

Mancano meno di 100 ore alla mia seconda Monza Resegone: le gambe indolenzite chiedono pietà per i tanti km sin qui percorsi, mentre i ricordi riaffiorano quasi come se non fossero mai andati via. L'anno scorso ero in piazza Roma a Monza, cercando una scusa per non sobbarcarmi l'edizione 2014, quando in maniera del tutto inaspettata mi sono trovato a gareggiare con Maurizio e Massimo.

Quest'anno la terna Bocia si è delineata ben presto, anche se VJ ha dovuto dare forfait a causa della temibile ResegUp: una distorsione alla caviglia l'ha traumaticamente costretto alla defezione, lasciando me e Clod alla ricerca di un sostituto, poi fortunatamente trovato.

Man mano che si avvicina l'Arengario con le sue inesorabili lancette, le emozioni crescono di ritmo: ripercorro il tracciato con tutte le mezze maratone (incluso il personale trevigliese di 1.30), sino all'ultimo lungo nella terra furlana, con la dolce compagni di Elisa, passando per tanti, troppi diecimila di pura sofferenza. Nel mezzo tante facce e tanti luoghi, non ultima la cavalcata serale sul San Primo che mi ha regalato inaspettati incontri sulla via del ritorno.

Alla fine gli ultimi ricordi si mettono a fuoco per bene: sabato, di ritorno da un matrimonio, mi sono tuffato nel giro urbano, a cavallo tra Biassono - Vedano - Monza e Lissone; serata piovosa con tanta gente in giro ad aspettare l'esordio mondiale dell'Italia in terra brasiliana. Nel mentre tanta acqua, qualche incontro casuale (Giacomo Fossati in assistenza ad un amico incidentato), ottimi riscontri cronometrici e la vittoria con l'Inghilterra.

Alla fine ho capito di dovermi riposare: persino il corto di ieri (il famigerato Dosso a Dosso) è stato affrontato stancamente. Le gambe vanno messe in freezer sino a sabato sera, a riscaldarle ci penserà la folla...

giovedì 5 giugno 2014

30.05.2014 - Corsa delle Cascine @ Villasanta e 31.05.2014 - Milanino sotto le stelle @ Cusano M.

Doppio appuntamento sui 10k per questo fine maggio 2014. Tra Villasanta e Milanino è stata una dura scelta, anche se gli eventi in realtà erano diversi (Mezzago, Concorezzo, Bergamo) visto che la stagione si sta ampliando come offerta e condizioni meteo.

Nel mio caso ho optato, già come l'anno scorso, per un 1-2 da stendere un elefante, prendendo questo bis come sorta di allenamento ad alta intensità per la Monza - Resegone, in programma per il 21 pv.
Ora come ora partiamo... ulteriori considerazioni a breve!

Via con il resoconto...

30.05.2014 - Corsa delle Cascine @ Villasanta

Meteo clemente, senza la pioggia preventivata, per questo diecimila in terra brianzola. Da buon munsciasc trapiantato a Biassono non posso esimermi, data l'alta densità di amici, conoscenti e rivali sportivi. Memore dei passati travagli in quel di Monza, mi concentro sul riscaldamento, in compagnia dei Bocia e dei Banditi: le gambe non sono al massimo, in settimana le ripetute sui 2000, 1000 e 500 non hanno dato i frutti sperati, quindi le aspettative sono rivedibili al ribasso. Ciononostante sono qui, ormai in griglia, in compagnia di Lorenzo, Anny, Mongu e il rientrante (per vari motivi) dagli USA Gig. Gli altri Bocia (GG, Chiara, Luca e Brambo) sono davanti, già pronti allo scoppio di pistola.

Bum! Scatto totale del gruppo, che mi costringe ad un primo km in 3'45" (!). Una partenza folle, solo mitigata dal secondo km in 3'54" e dal terzo in 4'06": il tracciato, da ripetersi tre volte, dopo un giro di lancio, esige il suo dazio e io al terzo km perdo di vista la canotta verde di Chiara. Già al 5° km tornano i timori di Monza, quando sento il criceto aggirarsi nella pancia.
Fortunatamente riesco a contenere il problema, e anche se la sprintosa Daniela Gilardi (3a donna, che chiuderà in 40' e spiccioli) fugge, conduco l'andatura di un piccolo gruppo che include Marcella Giana, 4a donna al traguardo e pretendente per il podio. Fortunatamente reggo sino alla fine ad un ritmo decoroso: 4'12", 4'06", 4'11", 4'13" e 4'06" sino agli ultimi chilometri, dove regolo la concorrenza e l'umidità con due non irresistibili 4'12" e 4'11". 

Chiusura in 41'23" (41'18" RT) per l'87° posto (su 246 partecipanti), non male, date le premesse e lo svolgimento. Parlando di classifiche: 5° posto nel gruppo Bocia: 1° l'inarrivabile GG (21° assoluto in 36'43"), 2° St. Ambros (38'22" per il 40° posto), 3° il Brambo (40° in 38'53") e 4a la Chiara (66a classificata e 2a donna in 39'38"), ma davanti all'oriundo Andrea (184° in 46'58"); Tra i Banditi conquisto la medaglia d'argento, a quasi due minuti da Lorenzo (61° in 39'32"), mentre Mongullo (142° con 43'52") regola per il terzo posto il già menzionato Andrea e Annalisa (193a in 47'26").

Alla fine c'è tempo per doccia, pasta party e saluti finali... i Banditi si aggiornano a domani per Milanino sotto le Stelle e a lunedì per la Quatar Pass Adree al Lambar.


31.05.2014 - Milanino Sotto Le Stelle

Archiviata la partita di Villasanta, tesa ma con riscontri discreti, mi avvio verso Milanino. La parte meno nota di Cusano è un piccolo gioiello architettonico, sulle cui peculiarità hanno scritto in molti: un quartiere giardino che ora mantiene una sua connotazione nell'ambito della conurbazione a Nord di Milano.
Questa sera si disputa una dieci km ancora più tesa di Villasanta: giro di lancio e poi doppio giro per Milanino: le numerose possibilità di taglio consentono temponi, tuttavia è mia politica evitare i marciapiedi, salvo casi di stretta necessità.

Dei Bocia sono l'unico presente, mentre per i Banditi sono in compagnia del Mongullo, unico altro pazzoide a tentare l'accoppiata con Villasanta: tra i partecipanti noto anche Simone Procacci, giusto per rimanere in tema di frequentazioni corsaiole; numerosi gli assenti, ma in questo ponte con il 2 giugno, sono tante le gare sui 10 km: oltre a Villasanta, stasera ci sono Mezzago e Bergamo, mentre domani Concorezzo. A seguire tapasciate e ecomaratone.

Il mio riscaldamente è tragicomico, non riuscendo ad allungare come voglio: fortunatamente m'impongo di partire in "progressione", ossia accelerare man mano che le gambe si scaldano, superando i malcapitati, giusto per evitare una condotta di gara come quella di ieri.
Così è: il Mongullo parte a mille, mentre lo recupero dopo qualche centinaio di metri, mi accorgo che le gambe girano bene e che devo frenarmi per evitare di strafare: passo 262° il primo traguardo (1.30 km) in 4'07" di media, mentre al secondo (5.25 km) porto la media generale a 4'06": m'incarto solo al terzo giro, quando percorro gli ultimi 4.75 km a 4'13"/km, passando sul traguardo in 182a piazza con un discreto 41'42" RT (42'03" TA).

Non male per questo raddoppio. Nei prossimi giorni ci saranno solo allenamenti finalizzati alla Monza - Resegone.

Classifica Milanino Sotto le Stelle
Traccia GPS

domenica 1 giugno 2014

17.05.2014 - Monza 10k Chrono



Il primo appuntamento casalingo dell'anno è sempre denso di significato: prima della Monza-Resegone (tra poco più di un mese) e della Mezza di Monza (a metà settembre), il salotto buono della Brianza ospita una serata di corsa, basata su un doppio giro da 5 km con curve e concorrenti affilati a scandire secondi, posizioni e maledizioni assortite.
Cosa potrebbe andare storto, viste la mia indiscussa monzesità, la mia preparazione e la presenza di Elisa? Banalmente, un buonissimo gelato artigianale da Pallino mangiato alle 16 e la tensione pre-gara mi hanno mandato in panico l'intestino, costringendomi ad un'inaspettata sofferenza.

Meglio procedere con ordine: incontro e riscaldamento con tantissimi amici e conoscenti e già visito il bagno mobile; mi schiero in griglia, il GPS non prende e non riesco a non pensare alla sosta post gara. Ma il giro "da paura", com'è? Partenza in Piazza Carducci (presso l'ex Motta), passaggio dietro all'Arengario per poi svoltare su Via Carlo Alberto (salita leggera); freccia a destra in Via Francesco Frisi per sbucare su Via D'Azeglio e rigirare in Via Aliprandi, svolta a dx su via Gerardo dei Tintori, fino a Via Vittorio Emanuele, si tiene la sx e si arriva sino a Via de Gradi, dx e dx ancora in Via Talamoni, per poi sbucare tramite via traverse in Area Cambiaghi, dove con un lungo giro a U, c'è anche una postazione mobile di raffreddamento (sicuramente evitabile). Si gira a U sul Lambro tra Spalto Piodo e Spalto Isolino per poi risalire decisamente verso Piazza Duomo: svolta a sx su Via Italia fino in fondo e poi via Manzoni, tutta e oltre, sul tracciato delle vecchie mura, arrivando all'incrocio con Via dei Mille/Via Dante dove ci si rituffa verso il centro lanciandosi in Piazza Carducci: ultime svolte intorno al Liceo Zucchi e poi si transita dall'arrivo. 

La mia gara è stata da subito travagliata: partenza affollata (un eufemismo) e dopo neanche il 20% (ero al km 1.5) inizio ad avvertire il criceto nel basso ventre: stringo le chiappe e tengo botta, anche se i commenti, fotografici e non, si sono sprecati ("ti ho visto un po' pallido", quello più gentile). Alla fine il risultato, 43'21", è stato da incorniciare (230° su 690), perchè di sti tempi e condizioni tenere i 4'20"/km  è un risultato eroico, alla Dorando Petri. E ora? Scaricata la tensione, si punta a Villasanta e Cusano Milanino, per le 10k di venerdì 30 e sabato 31 rispettivamente.

Anche se, tra allergia e caldo incombente, è tutta un'incognita. In attesa della Regina delle incertezze: la Monza Resegone!

Tracciato Ufficiale (no GPS)
Classifica Monza 10k

10.05.2014 - Saronno Running Day

Certe gare nascono male e proseguono peggio: bisogna essere saggi e raccogliere ciò che arriva, serbandolo come esperienza conquistata a caro prezzo.



La Saronno Running Day normalmente si presta a buoni riscontri: un tracciato veloce q.b. (2 giri da 5 km) che purtroppo rispetto all'edizione 2013 è stato modificato innalzandone il chilometraggio, tanto da non vedere omologato il risultato all'interno di Fidal.it.
Secondariamente ho caricato sin troppo nei due giorni precedenti: nell'ordine si sono succeduti un'escursione notturna sul Cornizzolo a precedere il Vertical dell'8 maggio (salita e discesa con scarpe da passeggio!), una sessione in palestra e gran finale di sabato mattina con 20 km in bici (dopo mesi di astinenza) ad accompagnare i Banditi Anny e Mongullo.
Contro le gambe di legno a poco è valso il mio animus pugnandi: al netto delle deviazioni (500 metri in più alla fine), il crono è stato impietoso, fissando su uno scarso 43'41" la mia condizione fisica. Il mio crono virtuale di 41'39" sarebbe stato comunque poca cosa rispetto alle prestazioni sulla Mezza e almeno superiore di due minuti al potenziale sui 10k, tanto più che la posizione finale (145° su oltre 350 partecipanti) lascia adito a qualche rimpianto.
Ma tant'è, finalmente sono riuscito a conoscere altri podisti di Running Forum (lo StePo su tutti, con i suoi racconti relativi alla MCM) e ho rivisto l'Ale Galbiati (prossimo iscritto di RF) e consorte, con i quali mi sono dato appuntamento al giorno dopo per il Memorial Marco Casati nel Parco.
L'indomani, con gli ultimi 5 km percorsi a 4'30" senza affanni, sono riemersi un po' di rimpianti per la gara di Saronno, anche se l'appuntamento con Monza mi lascia ben sperare.

Tracciato (No GPS)
Classifica Saronno Running Day

venerdì 2 maggio 2014

21.04.2014 - Brianza Double Classic

Pasquetta bagnata, corsa fortunata? Chissà, intanto è un fradicio 21 aprile che mi vede, di ritorno da Sassari pronto alla lotta nella Brianza che conta, tra Besana e dintorni. Non si accettano nè scommesse nè tapascioni :)



La Brianza Double Classic è la Gara di Pasquetta: 18.250 metri da corrersi in coppia, con partenza scaglionata ogni 20". I corridori girano su un percorso ad anello, partendo dal centro sportivo di Besana (loc. Montesiro), transitando tra Correzzana, Lesmo e Gerno, imboccando la salita del Fossati (Canonica Lambro) verso Tregasio e poi svoltando alla ricerca del punto di partenza, su quella maledetta pista d'atletica.



Visto il successo personale dell'anno scorso (chiusura in 1h21'09" per Galli-Colzani e 80° posto assoluto, nonché primi Bocia), quest'anno ci ritento, in coppia con il compare di società Stefano Cordoni, più noto agli amanti dello ski roll che a quelli podistici. Il socio è reduce da un paio di giorni travagliati causa febbre, io invece torno da 15 giorni trascorsi in Sardegna tra lavoro e corsa (sullo sterrato dell'Ippodromo): le mie gambe ancora dolgono, sia per l'allenamento sia per la necessità di una sosta dall'osteopata.




Numero 124 per me: a fronte del precedente 103, significa che i miglioramenti sulla mezza mi hanno arretrato nella griglia di partenza a rovescio. La lista dei partecipanti è notevole (almeno 5 coppie possono darsi battaglia per la vittoria finale, avendo registrato PB ragguardevoli sulla mezza) e non pochi Bocia ci contenderanno il "titolo" nella Double. Faccio in tempo a vedere qualche partenza, tra cui Cecilia e Ale in via di recupero verso le distanze nobili, Claudio e lo sventurato compagno (Federico), Jennifer con la sua nuova livrea (il rosso MMT) poi mi metto in coda sulla pista d'atletica... Pronti, partenza, via!

Partiamo leggeri sulla salita che conduce a Montesiro, superiamo la coppia precedente per venire poi superati da quella immediatamente successiva (che si assesterà su un 1h17' di tempo finale), arriviamo al cimitero in scioltezza (svolta a 1.6 km in 7'40"), senza particolari problemi. Il meteo è inclemente e partono scrosci improvvisi di pioggia.
Il primo transito problematico (Valle del Pegorino) viene affrontato senza patemi, così arriviamo sparati a Correzzana (4.1 km in 18'25"). Lì il discesone ci fa guadagnare parecchio, con il compare che allunga così tanto da saltare la locale rotonda percorrendola sull'erba (!). A quel punto capisco che lui ne ha molto più di me, già mi sento le gambe poco reattive sulla discesa, con il tibiale sinistro moderatamente dolorante.

Sfrecciamo per Lesmo (7 km in 30'05"), poi deviamo verso Gerno, dove superiamo un'altra coppia sulla discesa che affianca Villa Gernetto, ormai deserta. Lì il fresco si fa sentire per bene, ma non ho particolari inconvenienti, si rallenta sul pavè (8.8 km in 37'15") per poi svoltare a destra e immettersi sulla provinciale per Triuggio, fianco a fianco con il Lambro bello carico per le ultime piogge. Ingresso a Canonica con amico che ci rifornisce al volo (9.8 km in 41'40") e via sulla salita del Fossati a 4'50"/km di media con Stefano che va via ogni volta che può accelerare, ormai ingarellato verso Tregasio, al culmine del nostro sforzo.

Al Sacro Cuore (12.2 km in 53'10") ci supera Pietro Colnaghi, che si trascina il suo stanco compagno (Montanari, per la cronaca): mi accorgo, dalle poche parole scambiate, che a fiato sto benissimo, ma le gambe sono alquanto indolenzite. E' segno evidente che qualcosa non va, nonostante sia carente di salite, montagnine e non e sebbene a Sassari mi sentissi abbastanza in forma.
A Tregasio, la svolta a sinistra è affrontata in scioltezza (13.5 km in 59'25") e possiamo iniziare la "culla" che ci porterà ad affrontare la Valle della Brovada con vicino arrivo al Centro Sportivo: inizia la discesa (14.8 km in 1h04'40"), attraversiamo la Brovada per poi iniziare l'infinita salita da Pobiga a Casaglia, che mi spezza definitivamente le gambe.
I nostri occasionali compagni di percorso ci seminano (arriveranno comunque dietro di noi di 50", essendo partiti due minuti prima): a Casaglia passiamo in 1h15'31" (17.1 km) e mi preparo all'ultimo km con l'apparente vantaggio della discesa.

Intravedo le strutture adiacenti al campo di calcio, ma il percorso, pur in pendenza, è accidentato: pista ciclabile, coppie che rallentano davanti, doppia svolta in mezzo ai parcheggi e poi il ghiaietto prima della pista d'atletica. Quando atterro sul tartan si risveglia in me il 400metrista che fu e sprinto in perfetto stile olimpico (=l'ossigeno stava esaurendosi) chiudendo gli ultimi mille metri in 3'45" per un totale di 1h20'15". 55" in meno rispetto al 2013, 68° posto (in luogo dell'80°) e primi Bocia al traguardo (a 4' minuti la coppia C. Galli/F. Pascale con un discreto 1h24').

Alla fine, tra i marziani hanno vinto Rizzi e Palamini del Gruppo Alpinistico Vertovese con il fantascientifico tempo di 59'53", lasciando i secondi (Vaccina e Pessina) a un minuto (1h00'52"); il podio è stato poi completato da Ba e Tahary in 1h02'01", mentre Colnaghi e Montanari hanno chiuso in quinta posizione..
Proprio il Rosso (Pessina), parlando del Tommy (Vaccina), ha detto: "io arrancavo, ma lui sembrava in visita pastorale, salutando a destra e a sinistra, poi ogni tanto si voltava e mi chiedeva come stessi". E se lo dice uno che in mezza fa 1h10', ne ho da correre ancora :)

Percorso con traccia GPS

Classifica Generale (PDF)

Aggiornamento: Il giorno dopo sono passato dall'osteopata, il quale non solo mi ha steso rimesso in piedi, ma mi ha anche fatto notare lo stato di carico delle mie gambe e si è meravigliato non poco del crono finale. Ciò premesso, ho poi trascorso una piacevole settimana in compagnia della classica influenza primaverile (o era solo allergia?): che dire? Ho saltato le gare/tapasciate del weekend (concedendomi solo una gitarella sabato su Bolettone+Palanzone) con rientro per il 10 p.v. a Saronno. Restate sintonizzati!

giovedì 17 aprile 2014

Fattore K: Il margine di miglioramento (1.1)

Solitamente uno dei concetti più in voga nel mondo del podismo è il "margine di miglioramento": quante volte mi sono sentito dire che potevo e dovevo migliorare, magari da perfetti sconosciuti, in quella grande scuola di atletica che è il Parco di Monza? Troppe. Purtroppo troppo spesso ho lasciato cadere questi suggerimenti, mentre solo qualche rara volta ho raccolto le briciole di saggezza, andando a rimpolpare la mia "podistitudine".

Per capire cos'è il margine di miglioramento, bisogna innanzitutto contornare la questione, definendo alcuni concetti di base. Nella mia concezione da scienziato dilettante (beati gli anni del Liceo, con tre esami di matematica e uno di chimica - esami di riparazione), visualizzo il concetto in un grafico cartesiano, mettendo nelle ascisse (asse X) l'età e nelle ordinate (asse Y) il crono inverso (ove, al salire del valore, il tempo cronometrico in realtà scende) esattamente come qui sotto:



A questo punto disegniamo due curve: la prima è il nostro potenziale, ossia il tetto massimo teorico delle nostre prestazioni, destinato ad essere sfiorato, ma mai toccato; la seconda è la nostra prestazione effettiva, che descrive i nostri rilievi cronometrici reali: si noti che le due curve salgono da un minimo, arrivano ad un picco (orientativamente al meglio delle capacità psico-fisiche - virtuali e reali - dell'atleta) e scendono con l'età:


La differenza tra Potenziale ed Effettivo è il tanto sospirato Margine (di miglioramento): la prestazione sportiva degrada naturalmente dopo una certa età, sebbene in maniera diversa a seconda della professionalità o meno dell'atleta. Sembrerà paradossale, ma il decadimento prestazionale è più marcato proprio nel professionista che nel dilettante, per una serie di ragioni, di seguito celermente descritte.

Nel primo caso le due curve (P e E) sono quasi aderenti, in quanto l'atleta viene seguito e monitorato costantemente da uno staff variegato: allenatore, nutrizionista, psicologo, fisioterapista, medico, con la collaborazione intensiva della casa produttrice di scarpe.
Il margine di miglioramento rimane sempre minimo (deve esserlo, altrimenti l'atleta sarebbe un'eterna promessa) rispetto alla prestazione effettiva: l'unico palliativo è "distendere la curva", quanto più possibile, ossia tenere alta la curva potenziale (e consequenzialmente quella prestazionale). In tal senso, si veda il caso di Danilo Goffi, che a 43 anni suonati, ha finito la Maratona di Milano in 2h17'. Per considerazioni più approfondite, rimando al blog di Orlando Pizzolato, e più precisamente al post "Quel Che Ho Perso".

Nel secondo caso (l'atleta dilettante), il punto di vista muta: a fronte di un potenziale naturalmente digradante dopo il picco d'età (anche se è sempre possibile "distendere la curva", con qualche difficoltà in più rispetto ai professionisti), i miglioramenti possono aumentare e il margine rimane sempre alto. Nel mio caso, ho iniziato a correre agonisticamente nel 2011 (a 35 anni), completando la mia prima Mezza Maratona (Alpin Cup) in 1h41'10": nel 2014 (Mezza Maratona di Treviglio) ho corso a ridosso dei 90' (1h30'18"), limando in poco più di 30 mesi 11'.
Da queste considerazioni discende un quesito solo apparentemente ingenuo: da cosa dipende questo miglioramento? Solo dalla corsa intesa come allenamento fisico? Evidentemente no, visto che ho iniziato a correre quotidianamente nell'ormai lontano 2003, dopo oltre un decennio di calcio e un altro di basket e altri sport. Indubbiamente il fatto di avere praticato sport impostati anche sulla corsa mi ha agevolato da un lato, ma dall'altro mi ha affossato: gli sport sopra menzionati sono "di contrasto" e si sviluppano anche su altre abilità (la tecnica su tutte), pertanto non sempre la corsa viene curata come dovrebbe; In particolare lo stile è tutt'altro che efficiente, dovendo in primis l'atleta preoccuparsi di difendersi dagli avversari; secondariamente, i numerosi contrasti di gioco comportano svariati infortuni con strascichi alquanto fastidiosi.

A riprova di ciò, le mie prestazioni sono migliorate proprio quando ho iniziato a curare molto di più il mio stile di corsa (grazie all'involontario aiuto di Mario Ruggiu), seguendo un percorso "riabilitativo" personalizzato da osteopata e fisioterapista, studiando posturologia e propriocezione, svolgendo esercizi particolari (la famigerata "tavoletta" e il salto della corda). Così facendo il maledetto margine si è assottigliato, grazie all'incremento della curva prestazionale. Più o meno così:




Ulteriori miglioramenti sono possibili, magari tagliando sport di contrasto, differenziando la tipologia di allenamenti, svolgendo esercizi di allungamento alla mattina e alla sera, migliorando la qualità del cibo. Insomma, per quanta strada si è percorsa, ce ne sarà sempre altrettanta da correre e in tal senso mi è maestro il sempre verde Angelo Ripamonti (classe 1942) :)

lunedì 7 aprile 2014

30.03.2014 - Mezza Maratona di Seregno

Seregno, 30.03.2014: 21 km in 1h31'03", 142° su oltre 600 partecipanti. Parto dalla fine per descrivere questa gara un po' particolare, che raggruppa in sè ben 3 eventi: la già citata Mezza Maratona, la 60 km e la prestigiosa 100 km, valevole come Campionato Italiano, oltre alla Straseregno (non competitiva) sulla doppia distanza di 6 e 12 km. Una giornata di sport in festa che vede oltre 2000 persone per le strade brianzole.

Per si tratta della seconda partecipazione per le strade di Seregno, ma, a differenza dell'anno scorso, quando vi fu un'improvvisa (e improvvida) giornata d'estate, la temperatura è decisamente più mite. Per lo meno, non siamo nel mezzo di una stagione monsonica (Primavera 2013) e qualche giornata di sole è pure transitata da queste parti, abituandoci a poco a poco ai 18°-19° C.

Venendo al dato statistico vero e proprio, rispetto all'1h33'03" del 2013 c'è soddisfazione per i 2 minuti in meno: tuttavia l'1h30'18" di Treviglio fa trasparire un po' di perplessità, visti i 45" in più. Certo potrebbe aver contribuito la fase iniziale del percorso nel centro di Seregno, tanto arzigogolato quanto scenografico: i gruppi ancora numerosi e i cambi direzione potrebbero aver reso difficile tenere il ritmo dettato dal pacer d'eccezione Pier, in allenamento per la prossima Milano City Marathon e bisognoso di contenersi al 4'20"/km (alla fine il ritmo sarà di 4'19"!).

La fredda cronaca, al di là di quanto detta il cronometro, è diversa: Condizioni personali non perfette (ma quando mai lo sono, mi verrebbe da dire) mi suggeriscono di tenere un ritmo abbordabile, nonostante ci sia la tentazione ritoccare il PB sotto i 90': la preparazione settimanale è stata contenuta, con regime alimentare controllato dalla cuoca-manager Elisa e uscite centellinate per evitare carichi estenuanti. Pier, come già detto, si offre di fare da pacer: le condizioni per abbattere il muro ci sono tutte.

Ieri sono venuto a ritirare il pettorale e il pacco gara: è stata un'occasione per ritrovare svariati compagni di corsa, tra cui i Banditi (Annalisa e Lorenzo) e i Bocia (Stefano e GG). Sensazioni pregara a buoni livelli (la miracolosa adrenalina), vedremo cosa dirà il crono.
Il programma è partire tranquillo, chiudere in crescendo e dimenticando precedenti debacle. Dall'affollato inizio il Caronte Pier mi guida, dove il serpentone passa per la Porada: a differenza dell'anno scorso non si nota la differenza di temperatura all'ingresso nella cittadina. Non ho alcuna difficoltà a reggere il ritmo e soprattutto sono quasi stupito dal tracciato, che mi pare quasi nuovo: l'anno scorso dovevo essere veramente in bambola.

Oggi invece continuiamo ad un ritmo molto buono e via via risucchiamo molti podisti dinanzi a noi: i seregnesi (o seregnaschi) sembrano paciosi e assorti nella domenica mattina, salvo qualche eccezione. Ci sono persino svariati fan ai lati della strada, oltre alle famigliole assiepate in centro a godersi scampoli di sole.
Nel nostro giro per Seregno arriviamo al cimitero e poi entriamo in Valassina: reggo bene il saliscendi sulla impercettibile quanto inesorabile salita che accompagna, come pista ciclabile, la SS36. Bella continuazione, incrocio anche Claudio Galli in bici (che mi incita a suo modo :) ) e i "ragazzi del 10° km" (Angelo Ripamonti e la sua banda) che provvedono al ristoro. Tempo di incrociare pure il Bocia Moioli e svolto al "giro di boa" (siamo in realtà quasi al 13° km), che sancisce la nostra uscita dalla Valassina verso la campagna tra Verano e Giussano.

A questo punto riesco a vedere la canotta del collega Bocia Stefano Cordoni (prossima vittima sacrificale della Double Classic) e grazie alla spinta costante del Pier (che non perde occasione per fare due chiacchiere con compagni di sventura e per chiedere indicazioni ai volontari) lo supero nel breve volgere di un chilometro: il già campione del mondo di Ski Roll mi informa che è "partito a 3'55"/km" e che ha "chiuso in 40' i primi 10 km", salvo poi mollare dopo il 12° km. Successivamente il malcapitato chiuderà in 1h32'.

Io e Pier teniamo botta, salvo al 15° km quando sembro averne un pelo di più, ma poi mi accodo per tenere tutto negli ultimissimi km. Rientriamo nella Porada, sembro perdere qualche metro ma alla fine riesco a concludere in accelerazione, schiantando gli ultimi due concorrenti. Stanchezza... ma poi tutto svanisce quando mi salutano gli amici al traguardo, tra cui la Mandress Family, VJ Mallia e l'Ombry Riboldi.

Nel frattempo mi informo sulle classifiche che contano: medaglia d'argento sia nei Bocia (1° l'inarrivabile GG, 3° Stefano, poi altri tre Bocia alla loro prima mezza!) sia nei Banditi dal Sushibar (1° Lorenzo a 20", 3° Mongu e 4a Annalisa). Tra le varie conoscenze in ordine sparso: Fabietto chiude in 1h38' alla prima Mezza (dopo avermi seguito per 12 km), Ivan dell'Avis Seregno (provato dalla Maratona di Roma) giunge in 1h36', mentre il maratoneta Max Teruzzi finisce in 1h34' ("ma no, vado piano, c'è la MCM settimana prossima"). Menzione d'onore per il "dentista volante" Schiavolin, che si accontenta di un onesto 1h33', dopo aver macinato altri 10 km in vista di Milano. Personalmente porto a casa il secondo 1h31' dell'anno, con la consapevolezza di avere due tentativi (per scendere sotto i 90') prima dell'estate. Per tutto il resto ci sono i 10k, con il muro dei 40' da abbattere. Ora mi attendono i fisioterapisti dentro il PalaPorada.


giovedì 20 marzo 2014

Un tuffo nel passato: La Camineda 2013

Ci voleva una corsetta nella frizzante sera brianzola: il percorso dei Bocia, allungato di qualche chilometro per Robbiano, mi consente di prepararmi al meglio per l'incombente Mezza Maratona di Seregno, che l'anno scorso mi disse bene, a fronte pure di una giornata estiva che mi troncò le gambe.
Non è il primo impegno della stagione 2014, quindi si può forzare, considerato pure il percorso pianeggiante: mentre corro, rivedo qualche episodio della mia annata podistica, non potendo non ripensare alla Camineda di metà agosto, nella splendida cornice della Val di Giust.

Campodolcino, splendido comune dell'alta Val di Giust, ospita la Camineda, gara organizzata in memoria del meritorio Augusto Francoli, oriundo proprio di qui: sono 5 km abbastanza tesi su un circuito ad anello che si sviluppa lungo gli argini del torrente Liro.
Per me è un evento importante, sin dalla sua scoperta nel 2011: oggi come allora, si svolge in contemporanea al Gemellaggio con gli Oriundi Americani, anche se la maggior parte di loro arriverà domani.

Il tracciato è semplice e tendenzialmente pianeggiante (ossia con dislivelli accettabili per chi, come me, viene dalla Pianura): partenza dal Centro Sportivo in direzione Sud (sponda orografica sinistra ergo verso Est), inserimento sull'argine del Liro, passaggio sul Ponte di Portarezza, a sfiorare il Nord del Lago di Prestone. Sulla sponda destra parte il Sentiero dei Lamponi (il tratto più lungo e faticoso della gara), che su terreno ora accidentato ora ghiaioso porta i concorrenti all'Acquamerla: altro ponte sul Liro e svolta a destra su tappeto erboso, poi giretto in paese su asfalto, due curve, allungo finale verso il traguardo, posto in mezzo al prospiciente campo di calcio, con un aggravio di tempo valutabile in 30"-40" rispetto alle precedenti edizioni.

Esplicate queste doverose premesse, mi muovo di buon ora da Fraciscio (ove mi trovo nel mio buen retiro estivo) e raggiungo presso Campo gli altri Bocia, effettivi (Claudio, Chiara e Davide, il Pres Maurizio) e onorari (Mamma Chiara, Tommaso e Aurora, il Lele Levi). Il traffico podistico sembra aumentato, probabilmente la pubblicità su podismolombardo.it ha elevato la quantità e la qualità dei partecipanti, nonostante la quasi concomitanza con la Maratona delle Alpi nella vicina San Bernardo. Gradita novità di quest'anno è lo sdoppiamento della gara per evitare i puntuali quanto improvvidi ingorghi: evento A con adulti e over 14 anni ed evento B con under 14 (bambini e ragazzi).

Memore delle passate edizioni, corse a sensazione, quest'anno vorrei tenermi un po' di più per sprintare nel finale. Breve riscaldamento con gli altri colleghi, tutti sulla linea di partenza... pronti, via! L'emozione lascia presto spazio al fiatone, quando il gruppo di testa parte e, complice la discesa, il ritmo dei primi sembra (ripeto: sembra) accettabile, con me e pochi altri a ridosso: nella ventina di atleti di testa riconosco Chiara e Davide, Claudio e gli altri devono essere subito dietro di me. Arrivati al Ponte di Portarezza, gli atleti di punta danno uno scossone e inizia la loro gara: io supero Chiara, ma le mie gambe si appesantiscono, e la mia lucidità ne risente; subito dopo mi sorpassano Claudio e il Lele (ribattezzato nell'occasione "Gambe Corte"). Faccio appena in tempo ad adeguarmi al loro passo, poi mi trovo steso, complice una storta alla martoriata caviglia sinistra. Chiara mi evita con grazia felina (anni di ginnastica artistica!), chiedendomi se mi sono fatto male: le rispondo (con le lacrime agli occhi) che soffrirò dopo e riprendo. Tuttavia la rovinosa caduta compie una sorta di miracolo: la scarica di adrenalina riesce a risvegliarmi, proiettandomi nella scia dei due fuggitivi sul tratto di ghiaia.

All'Acquamerla, come da consuetudine, mi superano Pacio e Bicio: a quest'ultimo riesco a far notare il ritardo, ma presto mi sfugge, mentre riesco a sganciarmi dal primo; poco dopo rinnovo l'attacco al Lele e Claudio, e al ritorno sull'asfalto, mi sento molto bene, preparandomi all'ultimo sprint. Purtroppo la sorpresa finale scompagina un po' i piani: l'arrivo nel nuovo campo e soprattutto l'ingresso non ben segnalato, fa incartare i miei due compagni di gara. Evito Claudio, tento di superare pure Lele, ma nelle curve sul morbido sintetico la caviglia duole e devo lasciarlo andare per un solo secondo. 20'17" a 2'54" dai primi (Giovanni Arduini e Jason Statham Vavassori).

Nonostante le disavventure odierne, ho confermato la tendenza positiva (20'57" nel 2011, 20'15" nel 2012 e 20'17" oggi sul tracciato XL). Vedremo prossimamente, da oggi solo tanti km su e giù per la Valle :)

lunedì 10 marzo 2014

09.03.2014 - Maratonina di Colico

Se a metà del pomeriggio crollo sul divano e la mia gatta si addormenta senza svegliarmi, significa una sola cosa: sono esausto.



Parto da questa doverosa premessa per raccontare l'ennesimo scempio made in Spartacus: come rovinare una Mezza Maratona collocata in un contesto stupendo, a cavallo degli ultimi km dell'Adda prima del Lario. In particolare, come si fa a "sbagliare" il kilometraggio (+300 metri alla fine), aggiungendo un anello conclusivo sul molo del porticciolo di Colico, poco prima dell'arrivo? Misteri di una gara che costa 25 €. Ma come dice l'amico di runningforum.it Marcello S. "finchè c'è gente che ci va, ne combineranno di ogni".

Bando alle ciance, meglio descrivere la gara e il suo svolgimento: gambe dure da Parabiago (10 km in 42'33"), a sua volta indurite dal PB di Treviglio della settimana prima (1h30'18"). In poche parole, due settimane di passione, senza neanche un po' di fisio-osteopatia a ritemprare le stanche membra. E, come puntuale regalo, arriva pure il torcicollo di sabato mattina, mentre la mia dolce metà è a San Candido.
Con questo preambolo, mi dirigo a Colico, magnifico Nord del Lago di Como, dove trovo qualche amico di pianura (i ragazzi dell'Avis di Seregno) e di montagna (i compagni di Sindelfingeneide Dusci, Pulliero e Marveggio - Sondrio Marathon Club 2002).
Riscaldamento blando, le sensazioni non sono positive, ma in un simile ambiente non ci si può risparmiare, per lo meno non prima del 18° km, quando usualmente mi chiedo chi me l'abbia fatto fare. D'altronde, se per due anni consecutivi Colico mi ha regalato il PB (1h36'10" nel 2012 e 1h35'02" nel 2013), qualcosa vorrà dire, no? Meglio non conoscere la risposta :)

Partenza sprint, giro breve per Colico Piano e poi via sul Lungo Adda, alla volta di Delebio: parto bene, con i primi km che filano via lisci; mi aggrego via via a vari compagni di corsa, trovando il mio ritmo in 4'15-4'20"/km, con un compare dotato di maglietta blu. Giungiamo ai 10k in (42'42"), poi dopo il terzo rifornimento il socio decide di andare in autonomia a prendere (e superare) pure il gruppo davanti (-30"). Nel frattempo le mie gambe iniziano a dolere e al 15°km (1h04'58") si spegne la luce. Mi trascino a 4'30"-4'35"/km giungendo così alla fine in 1h34'44" RT (80° su 211 partenti, 13° su 33 SM35), non prima di avere fatto il giro del molo come da delirio (tagliare avrebbe fatto risparmiare un bel 40") e scoprendo alla fine pure un avanzo di 300 metri. Insomma disorganizzazione da Spartacus... perfettamente riuscita.

Il mio prossimo obiettivo sarà la Mezza di Seregno, tra tre settimane. Restate sintonizzati!