giovedì 3 gennaio 2013

Un anno in continuo movimento

Non desiderare qualcosa che non sei pronto ad accogliere. Sui biglietti degli auguri dovrebbe essere scolpita questa massima, anziché il solito preconfezionato "ti auguro tutto quello che desideri".
Questa piccola rivelazione mi è occorsa oggi, mentre tracciavo il bilancio del 2012, anno predestinato alla fine del mondo e invece finito tradizionalmente, annegato con alcool e crema sopra il pandoro: anno strano, con tanti risvolti positivi.
Un anno fa ero pronto a vedere il mondo e ho girato l'Italia per lavoro, Firenze-Pesaro-Trapani-Ivrea-Piacenza-Pescara-Perugia-Marsala-Firenze-Forlì e ancora Firenze. Ho corso in posti a me nuovi, ma in cui ho trovato tanti fratelli di corsa. Ero pronto ad accogliere l'amore e ho capito che forse sarebbe stato meglio tenere il proprio ritmo, per mancanza di valide sfidanti. Ero pronto a salire su monti già conosciuti e ho conquistato le cime dei miei sogni, sulle Alpi.
E le gare? Sono partito male (lato mezza maratona), con Annone Brianza e Lecco, mi sono riscattato con Colico e Como (dove ho fatto il personale e l'ho riconfermato), poi non sono andato benissimo a Monza e ho corso per onor di firma a Busto Arsizio. Un anno interlocutorio, in cui ho intravisto il mio potenziale, purtroppo solo sfiorato a causa di ripetuti infortuni in preparazione. 
Un unico desiderio in testa: non fermarmi mai.


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