giovedì 3 luglio 2014

21.06.2014 - Monza - Resegone

Mi lu fada (Maglietta Monza - Resegone 2011)
Mi lu fada... anca mo' (Capanna Monza, 22 giugno 2014)



Si dice che non possa esistere una follia a due: per la Monza - Resegone non vale questa regola, visto che la follia deve esssere condivisa da tre pazzi podisti.
Così, alla sede dei Bocia, in una serata di sei mesi fa io, Clod (Claudio Galli) e VJ (Giovanni Mallia) ci siamo messi in testa di affrontare la MoRes, speranzosi di concludere la temibile gara nel segno del nostro anno di nascita (1976) coronato dalle biancoverdi tinte sociali.

Preamboli cabalistici a parte, la preparazione è proseguita in maniera sfasata, fino all'infortunio di VJ nella ResegUp, che ci ha fatto temere la defezione con conseguente ritiro dell'intera terna. Tuttavia, grazie alla rete di conoscenze di Clod, è stata approntata una sostituzione volante con il reclutamento dell'esperto Osvaldo "Ozzy" Bonacina, dei Daini di Carate Brianza, svariate MoRes nelle gambe.

21.06.2014 h. 20.00 Piazza Roma (Arengario) a Monza: c'è il mondo, mentre io sono con Elisa, accorsa dalla gelida Udine per sincerarsi sulle mie condizioni psicofisiche dopo la temibile 10K tenutasi per le vie del centro, il lungo nelle campagne furlane di 15 giorni fa e tanta tanta attesa. Per abbassare la tensione, il nostro trio si imbarca in un rapido giro di riscaldamento nelle strade circostanti, dribblando la movida munsciasca, e incontrando tanti compagni d'avventura, nuovi e vecchi amici. Un anno fa l'adrenalina mi teneva sospeso tra il sogno e la Capanna Monza, oggi invece posso riguardare indietro... e avanti con una certa serenità.

Tra chiacchiere e preparativi per la partenza, ci sistemiamo nella coda che porta verso il palco: scambiamo qualche aneddoto con i nostri vicini, tenendo presente che in questa gara l'unico rivale sarà il tempo. Arriva il nostro turno e vediamo le due ali di folla sotto il palco... pronti, via, anche nel nome di VJ, che qui viene chiamato suscitandoci un sorriso! Partiamo tranquilli, subito dopo il primo km, in cui diamo il cinque a diversi bimbi, più o meno cresciuti, e ci attestiamo sui 5-5'05"/km, ritmo peraltro morbido. All'altezza del cancello del parco (Villasanta) ci supera la terna favorita, targata Maxi Sport, che viaggia ad un ritmo impressionante. Noi, da par nostro rimaniamo ordinati, determinati a chiudere i 30 chilometri sino a Calolzio di buona lena, senza tuttavia strafare.

Personalmente la distanza non mi spaventa, lo farà sicuramente il passo dei miei compagni, che vedo molto pimpanti. E così è: dai primi chilometri il ritmo si fa incessante, mentre scorre il panorama, umano e non, della vecchia SS36: Arcore, Usmate, Carnate, Lomagna, con lunghi tratti nel buio, confortati solo dalla presenza costante di Ambros (Luca Santambrogio), nostro angelo custode a due ruote (fanaleria inclusa).

Arriviamo alla maxi rotonda di Osnago, inerpicandoci nel paese in festa per la locale sagra: facciamo in tempo a ricevere l'incitamento del folto pubblico, prima di rituffarci nella calda serata brianzola, tagliando per Cernusco Lombardone; Montevecchia sembra ad un passo, mentre entriamo in Merate e ci prepariamo per la collina che ci traghetterà nella valle dell'Adda.

Salita e discesa tutte d'un fiato, iniziamo a vedere l'altra sponda del fiume, rischiarata da una pallida luna: siamo a Calco, ormai è fatta, ci diciamo. Io inizio a soffrire per gli ischiocrurali, ma tengo botta pur di stare al passo dei miei compagni. I quali, notata la mia situazione, mi fanno tenere il passo della compagnia. E' un lenitivo che mi garantisce ulteriori chilometri di autonomia, anche se a questo punto è chiaro come la mia preparazione sia stata deficitaria.

Arriviamo ad Airuno e inaspettati giungono i miei genitori a tifare: prima in macchina e poi a Olginate. Nel mentre noi siamo nella "Terra di Nessuno" (cit. Ambros), coperti dal buio e dalle rare luci, in attesa della svolta verso il ponte sull'Adda: la mia situazione sta rapidamente peggiorando, incrocio con difficoltà pure i ristori, anche se mi tengo in moto per evitare crampi. E' la volta dell'attraversamento, sulla diga di Olginate: arrivati a Calolzio, il giro è cambiato per lavori sull'argine, ma il sottopasso è sempre lì a scandire temibilmente l'inizio dell'inesorabile salita. Questa volta la sorpresa è data dal terzetto dell'ATB, Capitan Mariani in testa: Cecilia è a terra distesa, ma il Presidente trova la forza di chiedermi di portare giù lo zaino ("numero 46!").

Iniziano i terribili gradini e le mie gambe decidono di abbandonarmi, quantomeno parzialmente: cammino e corricchio, con l'ausilio della pila frontale, ma la strada per Erve pare il pellegrinaggio per Santiago de Compostela, tra terne che si fermano e tentativi più o meno estemporanei di ripartire: l'anno scorso qui avvenne il sorpasso da parte dei Bocia A, con Max in completo deficit; oggi sono io l'anello debole della catena, ma quantomeno la testa è lucida e le gambe rispondono, in attesa di Pra di Rat, dove potrò sfoderare le doti da alpinista di pianura :)

I personaggi incrociati sulla strada in bilico sopra l'Orrido valgono decisamente la pena, ma i Bocia A tirano dritti verso il cancelletto, giusto per incrociare i nostri tifosi scatenati Alberto Casati e consorte, che invito a moderare il consumo di alcool, suscitando una risata nel gruppo. Arriviamo al traguardo intermedio, ristoro volante (in 3h31'20") e via verso la casa dell'Ambros, dove avviene il cambio di scarpe e indumenti, lanciandoci alla volta di Pra di Rat.

Il nostro angelo custode ci segue fino all'imbocco del sentiero, dandoci appuntamento alla mattina, o meglio, a qualche ora di distanza, prima del ritorno verso la pianura: Clod e Ozzy volano, mentre io arranco, tentando di non perdere le loro tracce. Fortunatamente le mie gambe reggono e in diversi tratti riusciamo a tagliare la folta comitiva che sale, tra crisi altrui ("dai che ormai ci sei") e ingombri a due gambe che non si spostano manco a pagare.
Attacchiamo tutto e tutti, fino a pochi minuti dalla Capanna Monza, quando vengo bloccato da una sventurata podista, che nonostante i richiami della sua capoterna, non mi consente il passaggio. Alla fine, riesco a superarla, solo per trovare (sento già il rumore del generatore) i miei soci ad aspettarmi da 5' e oltre. A nulla valgono le mie scuse, ma l'importante è il traguardo finale, tagliato in 4h48'38" (parziale da Erve in 1h17'19") per la 91a piazza.

Rimaniamo alla Capanna per un'oretta, giusto il tempo di cambiarci, mangiare qualcosina e caricarci gli zaini, incamminandoci poi verso Erve dal sentiero di San Carlo: la fatica è tanta, raddoppiata nel mio caso dallo zaino della terna #46. Secondo alcune stime saranno 40 kg, tanto che Clod mi dà del matto a doverlo portare giù: la mia schiena sarà costretta a dargli ragione.



Nel frattempo Erve ci aspetta, tra le luci della frontale che si spengono e l'alba che sorge: il caffè del Fontanino ci dà nuova linfa, e nel paesino arroccato sopra la Galavesa, si sprecano i commenti con gli altri Bocia, giunti in Capanna a 17' (e quasi 30 posizioni) di distacco. In attesa di un altro arrivo, tra un anno e tante nuove sfide...

Tracciato GPS
Classifica Monza - Resegone 2014