martedì 26 marzo 2013

Maledetta Primavera (Cronache dal delirio Extra-Mediolanum)


"Che fretta c'era, maledetta primavera?" Già, che fretta c'era? La pioggia torrenziale mi fa capire subito che non è aria per il PB, nonostante la mia caparbietà. "Forse forse sarebbe stato meglio fare stretching al coperto e/o fare una bella sessione di nuoto mattutino" mi dico, mentre esco dalla fermata di Cairoli della Metrò. Ma andiamo con ordine.

La Stramilano (d'ora in poi ribattezzata la Stramaledetta o, per i latinofili, Delirium Extra-Mediolanum) è una mezza maratona, prima gara del trittico virtuale che comprende Milano City Marathon (solitamente 2 settimane dopo) e Deejay Ten (a fine settembre), a coprire le distanze che ogni corridore evoluto dovrebbe (vorrebbe) correre. In tal senso ci si aspetta il pienone e le organizzazioni prendono dovrebbero prendere le dovute contromisure atte a evitare ogni problema e a garantire la massima soddisfazione dei partecipanti (e possibilmente anche dei non partecipanti).

Invece, sotto questo profilo, la Stramilano 2013 ha rappresentato la pietra miliare al contrario, ossia quello che NON si dovrebbe mai e poi mai fare. Sui blog e anche sui giornali (non solo specialistici) si sono sprecati i commenti negativi. Li riassumerò per brevità, prima di passare all'analisi della gara.

1. Accoglienza: un tendone da 100 posti (riempito fino al doppio della capienza) non può soddisfare una gara per cui ci sono 6000 concorrenti paganti e che necessitano di cambiarsi. Soprattutto dopo che le previsioni meteo (acqua a secchiate) erano note da una settimana.

2. Partenza: Le griglie servono per evitare ingorghi, se non le "curi", ma le lasci all'autogestione dei corridori, troverai sempre gli irresponsabili che vogliono fare i ganassa (gli splendidi) intralciando poi i corridori successivi. Non parlo di quello che progredisce a 4'/km che si infila nella prima linea, ma di massaie e tapascioni che vogliono la foto ricordo con i keniani :(

3. Gara: la maleducazione dei milanesi è cosa arcinota. Peggio di così solo a Lissone (per una gara serale) e a Cantù (per la mezza di giugno). I vigili han tenuto botta (forse solo loro più pazzi di noi sotto l'acqua), ma la popolazione ha avuto la sua bella fetta di delinquenti: attraversamenti a piedi (con scontri in movimento), in macchina (pochi per fortuna) e insulti assortiti. Ma se la gara è in calendario da mesi (non da giorni), cara Amministrazione Comunale, non puoi predisporre un piano alternativo per determinati punti chiave (vedi Fatebenefratelli)? Non si può informare la popolazione con pubblicità sulle reti locali? Non si possono predisporre ponti mobili per alcune zone? Gli sponsor mi pare non siano mancati, si potevano coinvolgere anche per queste "iniziative socialmente utili".

4. Arrivo: lasciare solo gatorade e acqua quando la giornata era piovosa e fredda (vedi punto 1) non è stata una bella idea. Far passare centinaia di persone attraverso una porta di 1.5 metri dopo 21 km di corsa è stata poco sagace come trovata. Lasciare migliaia di persone all'addiaccio post gara è stato criminale (vedi ancora punto 1), senza prevedere un piano B con tende montabili 3x3 (costo: 50 euro l'una). Da ultimo, ma non da meno il deposito borse, che come tempi e risultati ha lasciato parecchio a desiderare (ho recuperato la borsa dell'amico Andrew alle 13.30!).

Ora, sbollita (si fa per dire) la rabbia virtuale, passiamo alla gara. Tracciato veloce intorno alla Circonvallazione  Milano, che dovrebbe far presagire una valanga di PB. Tuttavia, la pessima cura delle griglie e la giornata piovosa (con conseguente fondo acquoso) ha scremato di molto la rosa dei "miglioranti".

Dopo un riscaldamento inesistente e un paio di amici incontrati nel pregara (Lollo e Reno), mi infilo in partenza. La mia tenuta semi-improvvisata è in grado di reggere il freddo clima novembrino di questo marzo un po' anomalo. La testa, forse, un po' meno.

L'obiettivo inseguito è un nuovo PB, ai livelli di Annone, dove solo la sciagurata organizzazione targata Spartacus mi ha impedito di vedere omologato il mio 1h32'16", su percorso non facile. L'ultima gara a Colico (3 marzo) è stata soddisfacente (1h35'02") e ha degnamente coronato il trittico di mezze maratone corse in 4 settimane (Lecco, Vittuone e appunto Colico). Viceversa l'ultimo 10k (il 10.03 a Parabiago) è stato deludente: uno scarno 43'42", girato con muscoli financo troppo carichi mi ha costretto a rimandare l'appuntamento con i 41'.

Il rituale colpo di cannone viene posposto dopo il minuto di silenzio in onore della Freccia del Sud (alias Pietro '19"72' Mennea): inizia la Stramilano e con essa anche i guai; tra pozzanghere, dribbling secchi su concorrenti e ostacoli il primo km è superato in 5'10" (1'-1'15" in più rispetto alla normalità) e poi altri due km vengono percorsi a singhiozzo, con il solito rimontone sugli ingombri a due gambe. Vedo la luce al terzo km, quando c'è un giro di boa (Corso Sempione) e i keniani sfrecciano imperterriti nella corsia a fianco della mia.
Nonostante il freddo incombente e le pinne, la gamba gira a un ritmo discreto. Tuttavia intuisco che il PB non arriverà (i 45' con cui taglio i 10k lo certificano anticipatamente), e inizio a temere lo scazzo -il nemico implacabile di ogni corridore- che attende nell'ombra pronto a colpire.

Per fortuna i miei timori si rivelano infondati - il mio ritmo è sui 4'35"/km - e il giro intorno a Milano si rivela scorrevole, tra vigili che tengono a bada le belve (automobilisti e pedoni incivili) e superfici non ottimali (si segnalano un paio di tagli su terriccio e la classica sconnessione tra rotaie del tram, quadrotti e asfalto). Alla fine la nemica del giorno è la pioggia, che appesantisce tutto, e rende gli ultimi km un calvario irreale, degno dello sbarco sulla spiaggia stile Navy Seals :).

Mi risveglio intorno al 19° km quando un concorrente spagnolo spara ad un suo amico "un vamos" che trascina anche chi spagnolo non è, e un gruppetto (con migo) si stacca, accelerando, almeno idealmente, al ritmo della Marcia Real. Entro quindi nell'Arena, sospinto dalla folla di tifosi che si è assiepata, e scandisco l'ultimo km in poco meno di 4'30", su un un crono finale di 1h37'38".
All'arrivo, scatta la catena (fallata) di montaggio dell'organizzazione, con medaglia in busta chiusa e bevande energetiche in pacchi da aprire. Sono talmente immerso nell'umidità che quando incrocio la Daniela Viccari mi pare di parlare sott'acqua :) Anche lei non è soddisfatta, pur avendo chiuso un minuto avanti a me.
Da par mio, forse avrei potuto dare di più. Tuttavia, tra organizzazione e meteo (orrendi, repetita iuvant), va bene anche così, soprattutto in vista delle Mezze di Seregno e Cernusco Lombardone, impegni (si spera) ben più probanti della 21k meneghina. Di fondo questa Stramilano è stata un ottimo allenamento mentale, secondo solo alla Mezza di Monza 2011 (in cui pensai di essere ad un Triathlon mascherato) :). A questo punto, con un 1450° posto su oltre 5500 partecipanti meglio rimettersi subito in marcia, anzi, di corsa!