lunedì 15 aprile 2013

14.04.2013 - Mezza di Seregno



Un anno fa a Seregno si correva il Campionato Mondiale dei 100 km, evento internazionale con un florilegio di campioni. Quest'anno, invece, manca l'investitura sovranazionale, nonostante l'organizzazione di primo livello e il patrocinio delle pubbliche Autorità. Ergo sono pochi gli atleti di punta presenti, sia alla 60 che alla 100 km.
La corsa più partecipata della giornata non è un'ultramaratona, ma l'evento "di contorno", ossia la Mezza, che vede allineati i fondisti di pregio (e meno pazzi). Si, ci sarebbe anche la tapasciata collaterale (6/12 km) per grandi, piccini e famiglie, ma rimaniamo focalizzati sull'evento cardine.

Sarà l'atmosfera di casa, saranno i numerosi fan, saranno gli amici, sarà che la gara, assenti la Chiara e il Brambo, vale da campionato sociale dei Bocia di Verano, ma tant'è.
Si riparte in tromba, dopo la Stramaledetta di Milano e dopo l'esaltantissima Brianza Double Classic, che tra le colline avite ha regalato un 82° posto alla coppia Galli/Colzani, i quali vogliono scendere sotto la fatidica soglia dell'1h30'.
Qui ahimè è una storia a a sè: non ci sono sconti, e lo capisco già dal clima caldo (20°C alle 9) per la metà di aprile; poco prima di partire mi tolgo la seconda canotta tecnica e rimango con l'unica -verde fluo - dei Bocia, canotta benedetta da Tommy Vaccina in persona.
Alla partenza i 6 Bocia si dividono per griglia virtuale: il Gianca si dirige subito verso i primi posti - acconciatura ad ananas inclusa - poi c'è il Luca, triatleta con "qualche problema" (così dice lui), la Barzyna, pronta a limare minuti sul PB ottenuto alla Stramilano e da ultimi rimaniamo noi Double Classici, pronti a sfidarci per il bronzo, a meno di clamorosi ritorni del Presidente, che dopo un bel 120 km in bici di sabato, ha deciso di presentarsi ugualmente al via.

Dicevamo? Ah già, pronti... partenza... via!

Il Luca scappa subito a ridosso dei primi, io tento di seguirlo, ma la folla è tanta (niente a che fare con la Stramilano, ovviamente), così decido di andare finchè ce n'è. Il Claudio è vicino, e il ritmo, tra le case della Porada prima e nel Parco poi, si tiene bene: inanello un 4'10" dietro l'altro, supero il Lollovic al 2° km, m'incarto contro l'arrembante Giulio Erba (che è rimasto nelle retrovie per aiutare un suo amico) e poi proseguo a fianco del predetto amico che si accompagna a coach in bici (Mario Ruggiu) con utili consigli che tengo in considerazione (visto il mio stile unico di corsa).  Chiudo quindi i primi 4 km in 16'30" e a ridosso il 5° km è completato in 20'45". Purtroppo il Parco della Porada finisce e in centro Seregno la cappa di caldo si fa presente, peggiorando decisamente con l'entrata in Valassina, dove la pista ciclabile si presenta come Death Valley e il Claudio mi supera. Il ristoro del 10 km è anelato come un'oasi nel deserto e mi accorgo della presenza del giovine Angelo Ripamonti, che risponde alla sua maniera ai richiami per i sali minerali (va' che l'è buna anca l'acqua!).

Il tracciato sulla SS36 è in leggera ma sensibile ascesa e, dato il palpabile caldo, vivo molto bene l'arrivo alla Cima Coppi di giornata - Paina fronte Saturn - . Nel mentre il Claudio è sempre davanti a me (circa 100 metri) e funge da utile indicatore per capire a quanto stiamo andando.
Si gira quindi a sinistra e su un falsopiano si rientra a Seregno, incrociando la tapasciata (in contromano): manca il rifornimento dei 15 km, che per ragioni logistiche è stato traslato al 17°. Nel mentre la fatica si fa sentire pesantemente, e Claudio pare aver perso la spinta, quasi piantato sulle gambe. Il caldo non fa sconti, così gli chiedo se ha bisogno di qualcosa, mi fa cenno di no e prosegue, seppure a ritmo ridotto, dopo il ristoro.

Ci siamo! Ultimi chilometri, la Porada è in vista e i cartelli, che mi parevano sfalsati rispetto al GPS, iniziano ad allungarsi. Quando entro sul viale di accesso e effettuo la deviazione tra i campi, il serpentone pare rallentare: è una mia impressione, sono io che sto continuando ad andare ad un buon ritmo, quindi aggancio e supero svariati concorrenti.
Alla ri-entrata sul viale mi sento come nella mia ascensione al Pizzo Stella: rumori ovattati, concentrazione massima su ogni singolo gesto . L'ultimo km, me ne accorgerò solo alla fine, è stato corso ad una media di 4'10". Il Gianca, già sul traguardo da mo', mi riferirà poi che sono giunto in trance, a cannone.

Io mi ricordo solo del bip del chip, la medaglia, il pazientissimo Roberto Mandelli (auguri!) che mi risponde, immortalandomi braccia al cielo per festeggiare il tempo di 1.33.03! Cammino qualche metro in avanti, poi mi guardo indietro per scorgere il Claudio, che finalmente arriva, stremato. Da quanto mi dice, ha toccato il muro, quello che i maratoneti toccano ai 35 km. E' scontento, pur avendo limato qualche secondo dal personale: anche lui pensava di scendere sotto l'1.30, ma con un caldo così improvviso è un ottimo risultato un crono sotto l'1.35. Nei primi il solo Nasef (vincitore con 1h07' e spiccioli) pare non aver sofferto la temperatura.

Mi avvio al ristoro e inizio innumerevoli chiacchiere con persone che non vedevo da mesi/anni: Pasteur (1h28' dopo la Maratona di Roma), il Conte (notevole la sua tenuta da Diabolik :) ), Max Teruzzi, Ivan #76 e tanti altri. Alla fine vado a docciare e ripenso che nonostante l'obiettivo, aver tenuto duro ed aver tolto ben 2 minuti in un contesto così provante, è la migliore delle soddisfazioni. Per tutto il resto ci saranno altre occasioni. Amen :)

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