domenica 23 giugno 2013

22.06.2013 - Monza-Resegone

"L'emozione della discesa dal palco della partenza, le centinaia di mani e manine che si protendono per darti il cinque, gli incitamenti, il colore delle lampade nel buio della notte: questa è la Monza - Resegone"



Se a qualche corridore si chiedesse quanto tempo occorre per preparare la Monza Resegone, probabilmente vi risponderebbe 2 mesi o più: 40 km, di cui gli ultimi 8 in decisa pendenza non sono uno scherzo.
Alle 19.11 di sabato 23 giugno 2013 sono tranquillamente a Monza, in Piazza Roma, sotto l'Arengario e sto chiacchierando con gli amici di Affari & Sport quando ricevo una chiamata da Davide Brambilla, mio collega di fatica nei Bocia: "Ciao Kolza, abbiamo un problema" "Dimmi Davide, devo accompagnarvi in bici?" "Ehm no, ti andrebbe di fare la gara con Maurizio (Borgonovo alias il Presidente ndr)? Il terzo ha avuto un'intossicazione alimentare"
A quel punto, io, che già stavo cercando una scusa per non fare la Monza-Resegone 2014, mi trovo catapultato nella mischia. Nello stand chiedo parere ai presenti (Daniella Viccari e Moreno lo Sciamano), i quali mi invitano ad accettare. Detto fatto, chiamo casa per far preparare un piattone di pasta (in bianco), due fette di bresaola del Panatti e vai con il cambio d'abito.
Le perplessità sulla mia tenuta non sono solo mie, essendomi sciroppato già 15 km nella mattinata dopo una settimana lavorativa nell'Urbe: il Presidente però promette ritmo blando (5'30"/km) e il terzo, il buon Massimo Barzaghi, si accoda volentieri, di fronte alla concreta prospettiva di dover dare forfait prima della gara.
La partenza è uno spettacolo e la discesa dalla pedana avviene in mezzo a due ali di folla come neanche la NYC Marathon :) : il primo km è un affollarsi di mani che si protendono a dare il cinque, tanto che quando si arriva all'incrocio tra Via Vittorio Emanuele II e la mini-circonvallazione (dove inizia Via Lecco) si tira quasi un sospiro di sollievo.
Si chiacchiera bene, con i ciclisti (Stefano e Vito) che ci affiancano: Villasanta, Arcore, Usmate, Osnago, Cernusco e ancora Osnago arrivano prim'ancora di stancarsi. La compagnia ci lascia allo scoccare del 20° km, così al traguardo della mezza (tagliato in 1h48') nei paraggi di Merate, ci seguono solo gli scooteristi, tra cui Sasha.
Lo scollinamento nella Valle dell'Adda avviene senza particolari scossoni: ogni tanto Massimo ci avverte che stiamo procedendo troppo velocemente e quindi rallentiamo. Il pubblico presente, comprese le macchine in fila, ci applaude e incita infondendoci nuova energia.
La traversata dell'Adda all'altezza della diga di Olginate mi dà l'occasione per un pitstop: riagguanto subito dopo i miei compagni, ma l'inizio della salita in Calolzio coincide con il primo calo nel gruppo.
Mi sento le gambe a 1000, ma ben presto mi richiamano all'ordine gli altri due componenti della squadra: Max sembra avere una crisi per l'inizio della salita e io tento di stemperare la tensione con svariate battute. Purtroppo non ho l'effetto sperato e dobbiamo fermarci, dopo un inesorabile rallentamento :(
Giungiamo ad Erve dopo che la Squadra B dei Bocia ci ha superato all'imbocco del Paese: superiamo il cancelletto in 3h44' e dopo un breve consulto lasciamo Max alle cure dei sanitari presenti in loco. Il Pres ed io continuiamo verso Capanna Monza: ancorchè fuori classifica e con le gambe indurite dalle troppe soste, superiamo molti concorrenti, in quello che pare un girone dell'inferno dantesco.
Dopo qualche minuto, con le fide Ravenna 4 ai piedi (delle normali A2, non scarpe da montagna!), le gambe ritornano a girare e grazie alle spinte del Maurizio, riesco a sprintare su per Pra' di Ratt (senza bisogno di dirlo, mai visto sinora!). Nonostante qualche ingorgo di troppo, raggiungiamo Capanna Monza in 1h17', con un crono totale di 5h01'. Nel mentre mi rimangono impresse in mente le immagini della serata, tra cui Michele, Andrea e Stefano (Affari & Sport) costretti a fermarsi alla Bocchetta di Pra' dei Ratt per esaurimento delle forze.
All'arrivo in Capanna mi ricordo delle parole dell'Angelo Galbusera: c'è chi va a sinistra e chi va a destra, ossia se vuoi cedere e vai nel Rifugio a riprenderti con i paramedici o (come nel mio caso) a cercare generi di conforto per ritemprarsi dalla faticaccia.
E' stata dura, ora che sono seduto, me ne rendo conto: la mia vita (podistica) è cambiata qualche ora fa. So che nei prossimi giorni sarò devastato, ma per ora le endorfine fanno il loro sporco lavoro e la fatica non mi fa compagnia. Incontro tante conoscenze, mando messaggi a casa e agli amici. Osservo la luna e riposo un po'. La discesa arriverà poi, per ora conta essere arrivati... ci rivedremo nel 2014!

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