lunedì 5 agosto 2013

Obsolescenze programmate

"Una volta durava tutto di più"

I migliori pensieri nascono dalla corsa: mentre ero a faticare sul cavallo di San Francesco, mi sono accorto dell'irreversibile stato di deterioramento delle mie scarpe: messe sempre peggio, le calzature (un paio di di Saucony Jazz 16) arrivano a una durata massima di 400 km (contro i 600-800 preventivati). 
Scartabellando tra i vari forum, mi sono reso conto che il problema deriva da un errato consiglio del negoziante (per la serie trust but verify - fidarsi, ma verificare) che mi ha indirizzato su una scarpa tipologia per corridori lenti e leggeri (ossia persone sotto i 70 kg, sopra ai 5'/km); un'ulteriore ricerca ha aggravato i miei sospetti, scoprendo che le Jazz 16 raramente raggiungono i 600 km.
Ma vi è di più (per dirla da avvocato :) ): le altre marche, salvo lodevoli eccezioni, sono nello stesso ordine di risultati, stando a quanto sentito e letto sui forum.
E allora?
La risposta (obsolescenza programmata) mi ha colpito negativamente, ancora più dell'ignoranza colpevole dell' (ex) amico negoziante: rientra tutto nel ciclo del capitalismo-consumismo, ergo se la suola durasse 1000 km, le vendite sarebbero minime. Nella stessa logica si collocano telefonini e pc, che a ogni sfornata, aggiungono nuove caratteristiche, rendendo obsoleti (ma a piccole dosi) i prodotti precedenti. Ancora più simile il discorso con gli elettrodomestici che a ogni tot si guastano (lavatrici, lavastoviglie, forni e fornetti): ne emerge una considerazione ancora più inquietante, ossia che la nostra proprietà è "a tempo".
Quindi i produttori, più che venderci le cose, dovrebbero farci sottoscrivere dei leasing o dei contratti di somministrazione a medio-lungo termine. Sarebbe sicuramente un modo più onesto di dichiararci schiavi :)

PS. Mentre scrivo, le varie case produttrici di scarpe da corsa lanciano modelli sempre più evoluti... ma la durata?

1 commento: