domenica 3 novembre 2013

Fattore K: la scelta delle scarpe

Le scarpe sono l'accessorio più importante nella corsa, quindi la loro scelta implica alcune considerazioni fondamentali.
La prima è la postura del piede, ossia il tipo di appoggio che questo assume al contatto con il terreno: vi sono tre categorie, ossia pronazione (appoggio verso l'interno), neutralità, supinazione (appoggio verso l'esterno). Dall'identificazione del proprio appoggio discende la possibilità di scegliere in maniera appropriata la scarpa.

Per capire il proprio appoggio esistono diversi test: dal piede bagnato sul foglio di carta sino alla pedana baropodometrica passando per l'esame dell'usura della calzatura. Nessuno di questi esami è risolutivo in sè e per sè, in quanto il corpo umano (quindi anche i piedi) muta stile con la prosecuzione della singola sessione di corsa. Addirittura la postura assume modifiche definitive man mano che impariamo a correre, diventando sempre più efficienti. Quindi è meglio condurre delle "indagini comparate", non tralasciando nessun aspetto.

Le scarpe da corsa si dividono in 5 categorie: la maggiore discriminante è il peso, il quale a sua volta deriva dalla struttura della scarpa. Tendenzialmente, maggiore protezione significa maggior peso, ma le recenti innovazioni (tecnologia, materiali, tecniche costruttive) consentono di diminuire peso, mantenendo protezione e ammortizzazione. Vediamo nel dettaglio:
  • A0 Minimaliste: rispondono alla recente moda di "assecondare la biomeccanica naturale". soprattutto con un dislivello minimo tra avampiede e calcagno (cd. differenziale), che va a diminuire significativamente il peso della calzatura. Purtroppo non sono adatte a tutti, in quanto il runner arriva normalmente da una storia più o meno lunga, con l'utilizzo di scarpe più o meno adatte. Ne consegue che il piede ha una sua storia. Non a caso sono sconsigliate a soggetti pesanti e/o pronatori. Tutti gli altri dovrebbero avvicinarsi gradualmente a questa tipologia di scarpe.
  • A1 Superleggere: sono scarpe da gara, con un differenziale minimo (maggiore rispetto alle A0), leggere, adatte a runner leggeri e veloci. Rispondono ad una filosofia di corsa classica, che prevede ammortizzazione e flessibilità a carico della calzatura. Peso <250 gr.
  • A2 Intermedie: spostano la lancetta della bilancia verso i 300 gr (dai 250 sino ai 290 gr)., inserendo elementi che aumentano ammortizzazione e stabilità, con un differenziale superiore rispetto alle A1. Sono calzature da gara, solo i leggeri possono usarle anche per allenarsi.
  • A3 Massimo Ammortizzamento: scarpe classiche, con modelli per tutte le posture e per tutte le tasche. Superano i 290 grammi, ma vi sono modelli che scendono al di sotto di questa soglia. Il differenziale è marcato, con consequenziale aumento di ammortizzazione e protezione del piede.
  • A4 Stabili: calzature adatte ai pronatori, aumentano gli elementi di protezione e quindi anche il peso. Sconsigliate a tutti gli altri.
Un altro concetto degno di nota è l'usura: in altro post segnalavo l'obsolescenza programmata, commentando l'incredibile consumo delle mie calzature a fronte della durata dichiarata dal produttore. A fronte di un'usura negativa, inevitabile, ce n'è una positiva, ossia la possibilità di modellare le calzature sui nostri piedi per avere la massima resa. Chiaramente si tratta di un rapporto bilaterale, in quanto pure i nostri piedi, chilometro dopo chilometro, si adattano alle nostre scarpe, minimizzando le distanze necessarie ad avere la calzatura "già rodata", ma che giocoforza dovrà scontare la fine della sua vita (ossia, prima o poi dovremo cambiarla).

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