sabato 12 ottobre 2013

Fattore K: L'abbigliamento, le scarpe e altre piccole questioni

Immerso nella mia corsetta serale, tra le brume della Valle del Lambro, la frontale accesa, lo zaino da corsa che traballa, eccomi ancora una volta sulla strada. Mille pensieri nella testa, finchè d'improvviso balena l'idea di una minirubrica basata sulla mia esperienza, su quelli che J.Ax definiva "i consigli di un pirla", dedicando l'omonima (stupenda) canzone al fratello minore.
Quelli di cui avrei avuto bisogno quando ho iniziato a correre, e che man mano sto raccogliendo e metabolizzando...

L'abbigliamento è una questione inderogabile: non si può andare a correre con la maglia di cotone o con la tuta di triacetato. L'ho fatto per anni, la sudorazione non è ottimale, anzi, posso dire tranquillamente che è come correre con un peso ulteriore. Peggio ancora sono quelli che corrono con i kway completi "per perdere peso": ne ho trovati persino ad agosto! Questi soggetti sono irresponsabili, non sanno che è come bloccare il radiatore di una macchina per far consumare di più il motore, il quale poi invariabilmente fonde. La stessa cosa accade al nostro cuore, ergo meglio coprirsi di più o fare più chilometri, ma mai sovraccaricare il nostro motore. Se piove, esistono dei comodi smanicati (volendo potete realizzarne uno, tagliando le maniche ad un kway già esistente).
La tuta in triacetato non è molto traspirante e, quando piove, si inzuppa molto facilmente, aumentando la corsa. Sembra tutto lapalissiano, finchè uno non ci si trova dentro :(
Rispetto al 2003 (anno in cui ho iniziato a correre quotidianamente) il materiale tecnico a disposizione è aumentato in qualità e quantità: grandi catene di distribuzione (Decathlon, Cisalfa, Sport Specialist) vendono materiale a costi abbordabili. Per chi vuole spendere un po' di più ci sono marchi specifici o più generalisti. Dalle maglie classiche alle felpe passando per calzini e fuseaux, la tecnologia ha fatto passi da gigante, permettendo la vestizione completa per tutte le tasche, per tutti i gusti e per tutte le stagioni.

Le scarpe sono la nostra estensione che andrà ad impattare sul terreno, assorbendo il peso del corpo, ergo non conviene risparmiare poichè un'errata scelta può causare infortuni a catena. Quindi, preventivando una spesa dai 50-60 € a salire, bisogna documentarsi sul tipo di calzature adatte al proprio fisico, informandosi sempre: su internet, sulle riviste specializzate, sui siti e sui forum e, non da ultimo, nei negozi, ove spesso i commessi corrono e possono condividere suggerimenti e percorsi.
Le scarpe si dividono in 4 categorie, in base al peso e all'ammortizzazione: A1, A2, A3 e A4 sono le categorie standard; tuttavia questa distinzione è stata modificata grazie ad alcune variabili come peso (indice di massa corporeo - altezza/peso/costituzione), passo (lento/medio/veloce) e andatura (pronatori/neutri/supinatori), che hanno portato quasi tutti i marchi a produrre calzature "evolute".
Come scegliere? Tramite diversi strumenti: l'analisi del consumo della suola (localizzando le zone di criticità), la pedana baropodometrica (per la distribuzione del proprio peso), l'esame su tapis roulant della propria corsa. Questi strumenti, se presi singolarmente, non sono risolutivi: utilizzati insieme, possono contribuire a facilitarci la decisione. Tenendo comunque presenti alcune notazioni:
1. Dopo pochi minuti, il nostro corpo modifica lo stile di corsa.
2. Man mano che progredisce il nostro allenamento, l'andatura "viene economizzata", potendo condurre a modifiche definitive.
3. Non esiste la scarpa eterna, sia per usura che per stile di corsa (vedi punti 1 e 2). Personalmente sono passato dalle Supernova Glide (2009), sino alle attuali Brooks Ghost 6, transitando per Saucony Jazz 15 e 16 nonchè Brooks Glycerine 10. L'usura impone il cambio periodico delle scarpe, quindi si può individuare il numero di km effettivi (in cui le prestazioni sono ottimali e non subiscono degradazioni). Non fidatevi delle pubblicità o delle asserzioni delle case produttrici: una scarpa A3 (usata per allenamento) mi dura dai 400 ai 500 km, 200-300 km in meno di quanto reclamizzato.

L'orologio GPS è il fedele compagno che monitora le vostre prestazioni. Alcuni usano uno smartphone con GPS: tuttavia un orologio è molto più comodo, sia per dimensioni che funzionalità (un telefono vi renderà sempre connessi, facendovi perdere un minimo di relax).
Utilizzando il GPS, potrete scaricarne i dati su PC e capirete non solo le andature, ma anche i percorsi, liberandovi dai sentieri prestabiliti e recuperando quanto meno il piacere della corsa libera.

La socializzazione è il volano della corsa: inizierete magari a correre grazie a qualche amico/a più avanzato/a. A vostra volta inviterete amici con voi, in una sorta di effetto domino. Parlate con il personale dei vari negozi: scoprirete informazioni preziose e potrete contare su ulteriori conoscenze. Iscrivetevi alle gare non competitive, giusto per iniziare: quando vi sentirete pronti, controllate le varie società podistiche sul territorio. Al di là di gare e prestazioni sono un ottimo modo per farvi nuove amicizie e condividere interessi.

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