giovedì 10 ottobre 2013

Gambe, testa e cuore: sensazioni tra la bruma e la luna

Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi e ogni volta correre più forte di prima. Sfidare il buio, la fatica, il cronometro e il GPS. Arrivare alla fine dei 15 km convinto di poter dare ancora. Riconoscere la luna dalle brume autunnali in cui sprofonda parte del Parco. Arrivare sulla soglia di casa, stanco ma felice, per iniziare gli allunghi di fine corsa. Assaporare ogni singola falcata, immaginando dove correrò ancora, indipendentemente dal meteo o dal luogo. Sensazioni.

E' quasi metà ottobre, periodo ottimale per correre e per pensare con la mente libera (si fa per dire) dagli impegni estivi. Posso così guardare indietro a questo 2013, tracciando un abbozzo di bilancio corsaiolo e meravigliandomi un po' per il potenziale espresso e quello ancora in nuce
Il miglioramento è stato lento, ma costante, in special modo nella Mezza: dalla tiepida Epifania di Annone (1h32' con 300 metri in meno, argh!) alla quasi primavera di Colico (inizio marzo 1h35'02" su 21.097 km puliti) ho limato un bel minutino al vecchio personale omologato di 1h36'10".
Le tappe intermedie non sono state propriamente esaltanti: la Mezza di Lecco ha offerto spunti per i praticanti di kitesurf (1h37') mentre Vittuone (1h35'58") ha messo a dura prova la mia cervice. La Stramilano ha evidenziato il delirio mentale che affligge svariati milanesi (soprattutto gli organizzatori), lasciandomi ad uno spento 1h37': a Seregno invece sono arrivato molto motivato, chiudendo una prestazione "torrida" in 1h33'02", grazie anche all'ottimo intermezzo della Brianza Double Classic (18.250 metri di collinare in 1h21'09" con il buon Claudio Galli).
Da lì in poi ho aspettato 5 mesi per ripropormi sulla mezza distanza classica, centinaia di chilometri sulle montagne dell'amata Val di Giust e il PB (1h32'27") colto sulla non semplice Maratonina di casa, a Monza.

Le 10 km, gare più brevi eppur molto più intense, mi hanno regalato qualche soddisfazione: Seregno (40'17" con 200 metri in meno), la Lisùnada (40'55" la settimana successiva alla Mezza di Monza) e il terribile collinare di Olgiate Comasco (40'58") sono state tappe di un ottimo viatico che , presto o tardi, mi riporterà sotto i 40'. Anche se, forse, quel traguardo sarebbe stato valicato ai 10 di Lecco, appuntamento che mi ha visto stanco per via della precedente Monza - Resegone.
Perla nascosta e in penombra di questo 2013, con i suoi 40 e dispari chilometri da Monza sino alla Capanna, dura scuola (mentale prima che fisica) per qualunque atleta.

Da ultima, ma non da meno la montagna, che costituisce il 50% delle mie radici: paradossalmente la mia frequentazione non è stata assidua, complice il clima alquanto ostico. Le gare affrontate hanno preteso il loro pegno, con fiato e gambe in imbarazzante riserva. Solo la Fraciscio - Angeloga mi ha permesso di ritoccare il PB, mostrando un ottimo motore, bisognoso solo di alcuni assestamenti dovuti alla specificità del terreno. Quando poi sono riuscito ad allenarmi per boschi e sentieri (agosto), i risultati non si sono fatti attendere, permettendomi, al ritorno in pianura, di acquisire più sicurezza nei miei mezzi.

Mentre apro la porta di casa rieccheggiano, molto lontanamente, le parole di Cher "When heroes fall, in love or war, they live forever", a chiosare questa bella serata...

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